Nella legge delega di riforma fiscale c’è anche la revisione delle rendite in Catasto, ed il testo del ddl arriva in Consiglio dei Ministri la prossima settimana: lo ha anticipato il premier Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa tenuta assieme al ministro dell’Economia Daniele Franco, per presentare la NaDEF, la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2021, che dipinge uno scenario migliore del previsto in termini di PIL ma anche di contenimento del deficit e del debito pubblico, due obiettivi strategici da tenere sotto controllo per una crescita duratura ma che si accompagneranno fino al 2024 da una politica di bilancio espansiva per sostenere la ripartenza post-Covid.
Catasto nel ddl fiscale
All’interno di questo percorso, si inserisce la riforma fiscale, il cui disegno di legge delega è dunque quasi pronto dopo una serie di rinvii, di natura tecnica e politica, e sarà discusso dopo la elezioni amministrative dei prossimi giorni. Attenzione: il ddl non contiene la riforma fiscale nel dettaglio, ma definisce quali deleghe avrà il Governo nel mettere a punto le diverse misure. E conterrà la parziale riforma del Catasto.
In questo senso si è espresso il premier che, rispondendo a specifica domanda, ha illustrato l’obiettivo del Govern per quanto concerne la Riforma del Catasto, confermando implicitamente che la norma è prevista nella delega fiscale. In sintesi, il Governo intende rivedere le rendite catastali, avvicinandole ai valori di mercato, ma senza aumentare la tassazione. In ogni caso, le parole di Draghi, più che indicare una scelta normativa precisa, confermano che la revisione delle rendite catastali va nella riforma fiscale.
Superbonus 110% fino al 2023
Altra conferma sul fronte delle agevolazioni fiscali arriva invece dal ministro Franco, il quale – parlando delle politiche espansive previste per i prossimi anni – ha fatto riferimento alla proroga del Superbonus 110% al 2023, per sostenere l’edilizia. In generale, l’obiettivo del Governo è quello di impostare politiche economiche che sostengano gli alti tassi di crescita. Quindi la manovra sarà espansiva, e i prossimi anni sono fondamentali «per porre le basi per un tasso di crescita stabilmente più alto di quello degli scorsi decenni».
In base ai numeri contenuti nel DEF 2021, dopo il +6% di quest’anno, nel 2022 il PIL cresce del 4,2% tendenziale, nel 2023 del 2,2%, nel 2024 si stabilizza all’1,9%. Un tasso di crescita più elevato rispetto alla media degli ultimi 20 anni, quindi un obiettivo che rappresenta il ritorno a una crescita sostenuta ma anche sostenibile.
Fra gli strumenti fondamentali, il PNRR, Piano nazionale di ripresa e resilienza finanziato dall’UE. La prossima settimana si riunirà una cabina di regia per il monitoraggio.