Delega di alcune funzioni ai Notai o a Professionisti e amministrazioni competenti e nuove regole per l’attribuzione degli incarichi dei CTU nei tribunali per le imprese, con l’istituzione di un nuovo Albo dei Consulenti tecnici d’ufficio (CTU): sono fra le misure del nuovo processo civile previste dalla Riforma della Giustizia approvata dal Senato e ora in discussione alla Camera. Soddisfazione dei Commercialisti per le novità previste per il tribunale delle imprese, sempre in tema di allargamento ai Professionisti delle consulenze tecniche.
Deleghe professionali
In generale, le riforma contenute nel Ddl di Giustizia Civile rispondono all’obiettivo di ridurre del 40% i tempi del processo civile. Diverse novità riguardano i Professionisti. Innanzitutto, è possibile delegare ai Notai o ad altri Professionisti alcune delle funzioni amministrative attualmente assegnate al Giudice civile e minorile. In questo modo, si alleggerisce il carico dei lavori per i giudici, coinvolgendo maggiormente i Professionisti nelle fasi di svolgimento dei processi. Saranno i decreti attuativi del Governo (la riforma è una legge delega) a stabilire con precisione le attività che possono essere trasferite e requisiti dei professionisti.
Consulenze tecniche
Un’altra novità riguarda invece i consulenti tecnici d’ufficio. La riforma istituisce un apposito Albo nazionale (CTU) e prevede percorsi di formazione continua. In questo ambito, sottolineano i Commercialisti, il Legislatore va incontro a una specifica richiesta della categoria, superando il limite dell’affidamento solo a tecnici iscritti all’albo della sede del Tribunale. La nuova norma consente che l’incarico possa essere destinato agli iscritti negli albi dei tribunali del distretto:
le funzioni di consulente presso le sezioni specializzate dei tribunali con competenza distrettuale possono essere affidate ai consulenti iscritti negli albi dei tribunali del distretto.
In questo modo, per l’affidamento degli incarichi, ci si potrà rivolgere agli iscritti dei tribunali dell’intero distretto, con una selezione su base regionale.
Il punto è il seguente: i tribunali delle imprese sono solo a Bari, Bologna, Brescia, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Trieste e Venezia. Quindi, l’attuale normativa blocca l’accesso alle consulenza a tutti i professionisti che non hanno sede in uno delle sopra citate città. Adesso invece fa fede il distretto (che ha base regionale) oppure nel caso delle controversie infraregionali (su cui hanno competenza solo Milano, Roma e Napoli) la suddivisione in tre macro-aree: Nord, Centro e Sud Italia.
Soddisfazione dal Presidente del Consiglio Nazionale dei Commercialisti (CNDCEC), Massimo Miani: «la situazione e la prassi che è derivata in questi anni nell’ambito dell’attribuzione degli incarichi dei CTU nei tribunali delle imprese avvilisce l’intera categoria, operando una ingiustificata e inaccettabile distinzione tra professionisti aventi tutti pari dignità, a prescindere dal Tribunale di riferimento. Per questo siamo oggi particolarmente soddisfatti per il risultato ottenuto».
Fra le altre novità nell’ambito della Riforma, il potenziamento delle procedure stragiudiziali, anche attraverso il rafforzamento delle agevolazioni fiscali. Ad esempio, un credito di imposta per il compenso dell’avvocato nelle procedura di mediazione.