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Green Pass esteso a nuovi lavoratori: il decreto approvato in CdM

di Alessandra Gualtieri

Pubblicato 9 Settembre 2021
Aggiornato 10 Settembre 2021 07:07

Obbligo Green Pass: approvata in Consiglio dei Ministri l'estensione a nuove categorie di lavoratori, i successivi step tra fine settembre e fine ottobre.

Approvata in Consiglio dei Ministri di giovedì 9 settembre l’estensione dell’obbligo di Green Pass per i lavoratori di mense e pulizie che operano negli istituti scolastici di ogni ordine e grado, nelle RSA e negli ospedali, con un Decreto Legge recante misure urgenti per fronteggiare l’emergenza da COVID-19 in ambito scolastico, della formazione superiore e socio sanitario – assistenziale. Nello schema di decreto è previsto che chiunque accede a strutture scolastiche, educative e formative debba esibire la Certificazione Verde Covid-19. Restano esclusi solo gli studenti di scuola e gli esenti con attestato di esenzione vaccinale. I controlli spettano alle strutture (dirigenti) e ai datori di lavoro (nel caso di personale esterno). Le multe vanno dai 400 ai mille euro.

  • Scuola. Fino al 31 dicembre (cessazione dello stato di emergenza), chiunque accede a tutte le strutture delle istituzioni scolastiche, educative e formative (compresi corsi serali, centri per l’istruzione degli adulti, servizi educativi per l’infanzia, sistemi regionali di istruzione e Formazione Tecnica Superiore e Istituti Tecnico Superiori e sistema della formazione superiore), è tenuto a possedere la Certificazione Verde (esclusi bambini, alunni e studenti nonché frequentanti dei sistemi regionali di formazione, ad eccezione di coloro che prendono parte ai percorsi formativi degli ITS). Il dirigente scolastico e i responsabili di tutte le istituzioni hanno il compito di controllare il possesso del Green Pass da parte del lavoratore. Nel caso in cui l’accesso sia motivato da ragioni di servizio o lavoro, la verifica deve essere effettuata anche dai rispettivi datori di lavoro.
  • Università. Chiunque accede alle strutture del sistema nazionale universitario deve esibire la Certificazione Verde COVID-19. I responsabili delle Università e delle istituzioni di alta formazione sono tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni a campione. Nel caso di accesso per servizio o lavoro, la verifica spetta anche ai datori di lavoro.
  • Salute. Dal 10 ottobre al 31 dicembre, obbligo vaccinale nelle strutture residenziali, socio-assistenziali e sociosanitarie per tutti i soggetti che svolgono, a qualsiasi titolo, attività lavorativa nelle strutture e negli hospice (RSA, strutture per anziani, ecc.), su verifica dei responsabili delle strutture e dei datori di lavoro per i contratti esterni. Le modalità di verifica saranno definite con un DPCM di concerto con Ministero Salute, sentito il Garante Privacy.

Per tutte le altre categorie, nel settore pubblico e privato, per il momento il Governo Draghi rinvia le decisioni ad un successivo confronto, nei prossimi giorni, con Confindustria e Sindacati. I ritmi sono comunque serrati: per gestori e personale di bar e ristoranti, palestre e piscine, cinema e teatri e tutti gli altri settori dove è richiesta ai clienti la Certificazione Verde Covid-19 per accedere o fruire di servizi, i vertici con le parti sociali sonoin programma nei prossimi giorni. Tra le priorità c’è anche quella di estendere a breve l’obbligo di Certificazione Covid anche agli autisti del trasporto pubblico locale oltre al personale dei mezzi di lunga percorrenza. E si valuta il coinvolgimento dei lavoratori a contatto con il pubblico (es.: operatori di sportello, cassieri, ecc.).

La decisione di prendersi ancora qualche giorno o settimana per emanare i nuovi provvedimenti non sorprende più di tanto: come confermano fonti di Palazzo Chigi, serve tempo per approfondire i diversi aspetti giuridici oltre che le valutazioni di natura politica, a partire dalla gestione (e dei costi) dei tamponi per i lavoratori che non vogliono o non possono vaccinarsi. Per l’Esecutivo – esclusi i fragili con esenzione vaccinale, per i quali è probabile che i test saranno disponibili gratuitamente – il costo dei tamponi non può essere coperto dallo Stato per non gravare sulla collettività e soprattutto per non disincentivare la vaccinazione.

Nel cronoprogramma, che arriva fino a ottobre, non c’è però spazio a troppi tentennamenti. Intanto si parte con il Green Pass per le ditte di pulizia e il personale delle mense scolastiche, coinvolgendo anche i lavoratori a contatto con le RSA. Poi l’obiettivo è comunque quello di allargare la sfera di applicazione del Green Pass anche alle altre catogorie di cui sopra, poi ai dipendenti statali (con una piattaforma specifica per i controlli massivi, analoga a quella adottata per le scuole) e infine a quelli delle imprese private.

=> Green Pass sul lavoro: verso l'accordo tra le parti sociali

Le imprese si stanno intanto già muovendo in autonomia, in ordine sparso, richiedendo in molti casi la certificazione per l’accesso alle strutture aziendali), in alcuni casi anche garantendo la gratuità dei tamponi (per le aziende associate a Confapi, ad esempio, grazie all’accordo appena raggiunto con i sindacati). Professionisti e autonomi al momento non sono inclusi tra le categorie per le quali si valuta l’obbligo di Green Pass a priori (se non per l’accesso ai tribunali) ad eccezione dei magistrati che, per le attività svolte, sarebbero considerati come figure assimilabili alla Pubblica Amministrazione.