Via libera condizionato dal Garante Privacy sulla Certificazione Verde Covid-19 che consente di muoversi e partecipare a determinati eventi: l ‘Authority esprime parere favorevole allo schema di decreto attuativo sulla piattaforma digitale nazionale che abilita il green pass italiano, segnalando però alcune criticità. In primo luogo deve essere il decreto o una norma primaria a stabilire quali sono le occasioni in cui può essere richiesto il green pass; non si possono applicare ulteriori restrizioni in base a semplici ordinanze regionali. In secondo luogo, non c’è autorizzazione a scaricarlo sulla app IO.
Il Garante Privacy, si legge nel comunicato che descrive il parere, «ha già avvertito il Governo sulle criticità dell’attuale versione del Decreto Riaperture», ricordando «la necessità di individuare con chiarezza, in sede di conversione in legge del decreto, i casi in cui può essere chiesto all’interessato di esibire la certificazione verde per accedere a luoghi o locali». L’attuale indeterminatezza delle circostanze in cui è richiesta l’esibizione del green pass, prosegue l’Authority, «ha favorito l’adozione, da parte di alcune Regioni e Province autonome, di ordinanze che ne hanno imposto l’uso anche per scopi ulteriori rispetto a quelli previsti nel decreto riaperture e nei confronti delle quali il Garante è già intervenuto».
Green pass per eventi: solo per legge nazionale
Anche il Certificato digitale Covid UE, approvato dal Parlamento per l’operatività dal prossimo primo luglio, prevede che il documento europeo «possa essere utilizzato dagli Stati membri per finalità ulteriori, rispetto agli spostamenti all’interno dell’Ue, ma solo se ciò è espressamente previsto e regolato da una norma nazionale». Questo principio, secondo il Garante, va applicato anche al green pass italiano. Quindi, viene chiesta «chiarezza sulle finalità per le quali potrà essere richiesto il green pass che dovranno essere stabilite con una norma di rango primario». Al momento, lo ricordiamo, il Decreto Riaperture prevede che il green pass consenta gli spostamenti in tutta Italia, indipendentemente dalla collocazione cromatica delle Regioni e, per quanto riguarda l’accesso a eventi, lo indica per la partecipazione a «feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose, anche al chiuso, anche organizzate mediante servizi di catering e banqueting».
Certificazione Verde solo su Piattaforma DGC
Ci sono poi una serie di rilievi tecnici, che riguardano la conformità della piattaforma digitale alle norme sulla privacy. Il Garante innanzitutto specifica che la norma «dovrà prevedere che le certificazioni possano essere emesse e rilasciate solo attraverso la Piattaforma nazionale DGC e verificate esclusivamente attraverso l’App VerificaC19», che è «è l’unico strumento in grado di garantire l’attualità della validità della certificazione verde, in conformità ai principi protezione dei dati personali, garantendo inoltre che i verificatori possano conoscere solo le generalità dell’interessato, senza visualizzare le altre informazioni presenti nella certificazione (guarigione, vaccinazione, esito negativo del tampone)». Lo schema di decreto prevede che il green pass Covid venga messo a disposizione attraverso diversi strumenti digitali (sito web della Piattaforma nazionale-DGC; Fascicolo sanitario elettronico; App Immuni; App IO). «In merito alle app per recuperare il green pass, il Garante ha autorizzato l’uso dell’App Immuni, ma ha rinviato l’impiego dell’App IO a causa delle criticità riscontrate in merito alla stessa. Su questo fronte, c’è anche un distinto provvedimento, che ha ordina «in via d’urgenza alla società PagoPA di bloccare provvisoriamente alcuni trattamenti di dati effettuati mediante» la app IO, che comportano un trasferimento verso Paesi terzi (Usa, India, Australia) di dati particolarmente delicati (es. transazioni cashback, strumenti di pagamento, bonus vacanze), effettuato senza che gli utenti ne siano stati adeguatamente informati e abbiano espresso il loro consenso. E si riserva di esprimersi sull’utilizzabilità dell’App IO per il green pass Covid «solo una volta che saranno superate le criticità rilevate nel predetto provvedimento correttivo e sulla base di ulteriori approfondimenti istruttori».
Sottolineiamo infine che, per quanto riguarda il certificato digitale Covid Ue, annunciato per il prossimo primo luglio, l’Italia sarà pronta nei prossimi giorni per recepirlo, Lo ha sottolineato il commissario straordinario per l’emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo: «noi siamo pronti, è questione di pochissimi giorni» ha dichiarato. Quindi, l’Italia sarà fra i paesi collegati alla piattaforma digitale per il pass Ue fin da subito, consentendo l’ingresso nel Paese a tutte le persone munite del certificato digitale.