La buona notizia è che da lunedì 10 maggio non ci saranno più regioni rosse e che non mancano le promozioni in zona gialla, che si espande ulteriormente nella mappa Covid dei colori per le Regioni, quella cattiva è che risale l’indice RT. Gli altri valori (come incidenza, terapie intensive e degenze) sono tuttavia in miglioramento. Le Regioni, fra l’altro, chiedono al Governo di rivedere il meccanismo di rilevanza dei dati, ritenendo l’RT poco adeguato per stabilire la collocazione delle Regioni nelle diverse fasce di rischio. Vediamo tutto.
I cambi di colore
Partiamo dalla consueta mappa cromatica del venerdì. In base alle anticipazioni, da confermarsi con la consueta ordinanza ministeriale della Sanità, restano gialle tutte le Regioni che già si trovano in questa fascia (non ci sono retrocessioni) e vi fanno ingresso Puglia, Basilicata e Calabria, mentre restano arancioni solo Sardegna e Sicilia, con la Valle d’Aosta che fino a domenica è in zona rossa. I cambi di colore avvengono lunedì 10 maggio. Data a partire dalla quale si configura quindi nel seguente modo la situazione:
- Zona gialla Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto, province autonome di Bolzano e di Trento. Regole principali: spostamenti liberi dalle 5 alle 22, in tutta la Regione, e anche attraversandone i confini. Per le viste a parenti e amici, numero massimo di quattro persone (oltre a eventuali figli minorenni e conviventi con disabilità), una sola volta al giorno e nel rispetto degli orari del coprifuoco. Negozi aperti, bar e ristoranti possono fare il servizio al tavolo, esclusivamente all’aperto, fino alle 22. Restano le regole delle altre zone per take away e delivery. Sono aperti i cinema, i teatri, i concerti, e i musei, nel rispetto di specifici protocolli. Scuole in presenza al 100% fino alla terza media, almeno 75% per i licei.
- Zona arancione Sardegna, Sicilia, Val d’Aosta. Spostamenti liberi all’interno del proprio Comune dalle 5 alle 22. Si possono fare visite a parenti e amici in un numero massimo di quattro persone (oltre a eventuali figli minorenni e conviventi con disabilità), sempre una sola volta al giorno e nel rispetto degli orari del coprifuoco. Negozi aperti, per bar e ristoranti stesse regole della zona rossa. Scuole in presenza al 100% fino alla terza media, almeno al 75% alle superiori.
L’andamento dei contagi
Il report settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità indica l’RT in salita a quota 0,89 dallo 0,85 precedente. Scende invece l’incidenza, a 127 casi ogni 100mila abitanti, dai 146 della scorsa settimana. Un dato che comunque, segnala il report, è ancora troppo elevato «per consentire sull’intero territorio nazionale una gestione basata sul contenimento ovvero sull’identificazione dei casi e sul tracciamento dei loro contatti. È necessario continuare a ridurre il numero di nuovi casi anche attraverso le misure di mitigazione volte a ridurre la possibilità di aggregazione interpersonale». Migliorano anche i dati sui ricoveri in terapia intensiva e nei reparti Covid, sopra la soglia critica in cinque Regioni (erano otto la scorsa settimana).
Il dibattito
Segnaliamo che da più parti, a livello di istituzioni regionali, arrivano richieste al Governo per rivedere il meccanismo di valutazione del rischio contagio. Per esempio, il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, e il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ritengono che si potrebbe introdurre un RT ospedaliero, anche in considerazione del fatto che la campagna vaccinale agisce in particolare su questo aspetto, proteggendo le fasce più deboli dal contagio, quindi riducendo le ospedalizzazioni e in genere le forme gravi di malattia.
Sul fronte delle misure anti Covid, e delle richieste di allentamento delle restrizioni, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dichiara che il 16 maggio è una data possibile per valutare lo stop al coprifuoco, attualmente fissato alle 22. Nei giorni scorsi si era anche parlato di una gradualità, con l’innalzamento dell’orario di un’ora, alle 23, per qualche settimana prima di arrivare all’eliminazione in giugno.