Marcia indietro sulla possibilità di cessione del credito d’imposta corrispondente al Bonus Mobili e per gli investimenti delle imprese in beni strumentali rientranti nel Piano Transizione 4.0, entrambi previsti da un emendamento approvato in commissione Bilancio al Senato, ma saltati (per i rilievi della Ragioneria dello Stato) dopo la presentazione del maxi-emendamento del Governo, interamente sostitutivo del testo dell’intero Decreto Sostegni.
Entrambe le nuove opzioni di cessione del credito fiscale erano state approvate solo 24 prima, previste da altrettanti correttivi presentati, ed approvati, in sede di conversione in legge del DL Sostegni. Il provvedimento è poi passato in Aula a Palazzo Madama, dove il Governo ha presentato un maxi-emendamento su cui ha posto la fiducia.
Dal nuovo testo sono state però stralciate le due nuove possibilità di cessione dei credito d’imposta, la prima da parte delle imprese che investono sfruttando le agevolazioni del Piano Transizione 4.0 (l’ex Industria 4.0, che incentiva l’acquisto di macchinari e software), la seconda da parte delle persone fisiche che utilizzano il Bonus Mobili per acquistare arredi o grandi elettrodomestici destinati ad immobili oggetto di ristrutturazione edilizia agevolata.
Gli effetti finanziari delle due misure, ma soprattutto del credito Industria 4.0 è stato ritenuto eccessivo in quanto la fruizione è in quote annuali ma l’impatto sul deficit sarebbe anticipato interamente al primo anno di utilizzo.
Il voto in Aula sulla legge di conversione del Decreto Sostegni è previsto per la serata di giovedì 6 maggio. Il testo del decreto deve poi effettuare il passaggio alla Camera, ma visti i tempi stretti non si prevedono nuove modifiche. La discussione alla Camera è prevista a partire da lunedì 17 maggio, per chiudere entro mercoledì 19 maggio e fiducia da parte del Governo. Le opzioni saltate saranno riproposte come emendamenti al Decreto Sostegni bis.