Con la proroga dell’APE Sociale 2023 e la limitazione dell’Opzione Donna soltanto ad alcune categorie di lavoratrici, torna attuale la definizione del caregiver per l’accesso alla pensione con flessibilità in uscita: il caregiver familiare è chi si prende cura in ambito domestico di un parente stretto convivente, disabile o non autosufficiente accertato, a cui offre completa assistenza.
Spieghiamo in dettaglio quando si configura questa condizione e come accedere ai relativi benefici previdenziali e assistenziali.
Caregiver: definizione e requisiti
Il profilo del caregiver familiare è stato riconosciuto e delineato normativamente dalla Legge di Bilancio 2018 (articolo 1, commi 254-256, legge n. 205 del 2017), che al comma 255 lo definisce come persona che assiste e si prende cura di specifici soggetti.
L’assistenza può riguardare anche il coniuge o una delle parti dell’unione tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto. Ricordiamo infatti che la legge n. 76 del 2016 ha regolamentato le unioni civili e le convivenze di fatto, anche tra persone dello stesso sesso, estendendo ad esse alcune prerogative spettanti ai coniugi.
Si tratta di una figura distinta dal caregiver professionale, che dietro compenso accudisce la persona sotto la verifica, diretta o indiretta, di un familiare.
=> Caregiver familiare, come si dimostra?
Chi può essere caregiver familiare
Per essere definito caregiver, il soggetto deve prendersi cura di un familiare o affine entro il secondo grado, in alcune situazioni entro il terzo grado, nei casi individuati dall’art. 3 comma 3 della Legge n.104/1992, che a causa di malattia o infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, sia non autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, oppure sia riconosciuto con un grado di invalidità in quanto bisognoso di assistenza continua di lunga durata e continuativa, definita come handicap grave ai sensi della succitata citata norma.
L’handicap grave si profila come riduzione dell’autonomia personale, anche correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione.
Il soggetto assistito deve essere inoltre titolare dell’indennità di accompagnamento, disciplinata dalla Legge n. 18/1980 come sostegno economico a carico di risorse statali erogate dall’INPS in 12 mensilità, indipendentemente dal reddito del beneficiario e in regime di esenzione fiscale, corrisposto a persone per le quali viene accertato uno stato di totale invalidità o incapacità di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore.
=> Caregiver: come richiedere i benefici della Legge 104
Come fare domanda dei benefici Legge 104
- Il primo passo è ottenere dal medico di base il certificato che attesta lo status del paziente, ai fini della richiesta di verbale di Legge 104 con handicap grave: il medico trasmette il certificato all’INPS e ne rilascia il numero di protocollo al richiedente.
- Poi si invia domanda di Legge 104 all’INPS, indicando nella domanda il numero di protocollo rilasciato dal medico (si può fare online oppure per telefono al numero 803 164 o ancora rivolgendosi al patronato).
- L’INPS convoca il richiedente per la visita di accertamento, effettuata dalla commissione medica dell’ASL di competenza, che rilascerà il verbale attestante l’handicap ai sensi della Legge 104 articolo 3 comma 3.
- Per la visita di revisione l’INPS effettua una valutazione a distanza della documentazione inviata per via telematica.