Le sei missioni del PNRR, il Recovery Plan italiano approvato dal Governo e presentato al Parlamento dal premier Mario Draghi, condividono priorità trasversali, relative alle pari opportunità generazionali, di genere e territoriali. Prevedono una Strategia nazionale per la parità di genere, azioni per le nuove generazioni, anche nelle imprese. Il tasso di partecipazione delle donne al mondo del lavoro in Italia è del 53,1%, di molto inferiore rispetto al 67,4% della media europea. I giovani sono tra le categorie più colpite dalle ricadute sociali ed economiche della pandemia, in base ai dati Istat di febbraio 2021 il tasso di occupazione tra i 15-25enni è diminuito di 14,7 punti percentuali in un anno, i 25-34enni hanno perso complessivamente 258 mila posti di lavoro dal febbraio scorso (-6,4 per cento) su un totale di 945 mila.
Recovery Plan: le donne nel PNRR
Partiamo dall’analisi dell’occupazione femminile fatta nel PNRR e su cui si basano le azioni mirate del Recovery Plan. Anche quando lavorano, le donne risultano più penalizzate rispetto agli uomini, a partire dallo stipendio percepito e dalla precarietà lavorativa. Sono meno le donne che ricoprono posizioni apicali, nel privato così come nel pubblico. A questo corrisponde una disparità salariale a svantaggio delle donne a parità di ruolo e di mansioni rispetto agli uomini. La maternità impedisce troppo spesso l’avanzamento professionale. Nonostante l’imprenditoria femminile sia discretamente diffusa in Italia, la quota di autonomi sul totale degli occupati è ampiamente superiore tra gli uomini (7,1%) rispetto alle donne (3,5%). Il testo del PNRR prevede di lanciare entro il primo semestre 2021 una Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, in coerenza con la Strategia europea e cinque priorità (lavoro, reddito, competenze, tempo, potere) e puntando tra l’altro, alla risalita di cinque punti entro il 2026 nella classifica del Gender Equality Index dello European Institute for Gender Equality (attualmente l’Italia è al 14° posto, con un punteggio di 63,5 punti su 100, inferiore di 4,4 punti alla media UE). Le priorità della Strategia nazionale si articolano in un programma per la partecipazione femminile al mercato del lavoro diretta o indiretta, la correzione delle asimmetrie che ostacolano le pari opportunità, il potenziamento del welfare.
Gli investimenti in banda larga e connessioni veloci previsti nella Missione 1 potenziano l’infrastruttura tecnologica per l’imprenditoria in genere e per l’imprenditoria femminile in particolare. Il potenziamento e ammodernamento dell’offerta turistica e culturale previsti dalla Missione 1 generano significative ricadute occupazionali su settori a forte presenza femminile come quello alberghiero, della ristorazione, delle attività culturali.
La Missione 4, tramite il Piano asili nido, mira ad innalzare il tasso di presa in carico degli asili, che nel 2018 era pari ad appena il 14,1 per cento. Si prevedono, inoltre, il potenziamento dei servizi educativi dell’infanzia (3-6 anni) e l’estensione del tempo pieno a scuola, per fornire sostegno alle madri con figli piccoli e contribuire così all’occupazione femminile. Il Piano investe nelle competenze STEM tra le studentesse delle scuole superiori per migliorare le loro prospettive lavorative e permettere una convergenza dell’Italia rispetto alle medie europee.
Nella Missione 5, è presente uno specifico investimento per sostenere l’imprenditorialità femminile, che ridisegna e migliora il sistema di sostegni attuale in una strategia integrata. Introduzione di un sistema nazionale di certificazione della parità di genere nelle imprese per ridurre i divari e rafforzare la trasparenza salariale. Per le imprese che parteciperanno ai progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN, previsioni dirette a condizionare l’esecuzione dei progetti all’assunzione di giovani e donne.
Le risorse
- 4,6 miliardi per nuovi asili nido, scuole materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia.
- Quasi un miliardo per l’estensione del tempo pieno nelle scuole primarie.
- 400 milioni per favorire l’imprenditorialità femminile,
- Oltre 1 miliardo per la promozione delle competenze in ambito tecnico-scientifico, soprattutto per le studentesse.
- Assegno unico, strumento centrale e onnicomprensivo per il sostegno alle famiglie con figli, in sostituzione delle misure frammentarie fino ad oggi vigenti.
Recovery Plan: i giovani nel PNRR
Quanto ai giovani, ai dati sull’aumento della disoccupazione si sommano quelli sui NEET, che non lavorano e non sono iscritti a nessun corso di studio o di formazione (Not in Education, Employment or Training). La questione giovanile in Italia emerge nel confronto con gli altri Paesi europei. Secondo Eurostat, nella fascia di età tra 20-34 anni, l’Italia è il Paese con il più alto numero di NEET dell’Unione europea, il 27,8 per cento contro una media Ue del 16,4 per cento.
La Missione 1 del PNRR interviene sulla digitalizzazione e la connettività delle scuole, gli investimenti e le riforme sulla transizione ecologica della Missione 2 contribuiscono alla creazione di occupazione giovanile in tutti i settori toccati dal Green Deal europeo, tra cui le energie rinnovabili, le reti di trasmissione e distribuzione, la filiera dell’idrogeno. La Missione 4 interviene sul ciclo dell’istruzione e della ricerca, per ridurre le distanze tra istruzione e lavoro, anche grazie alla riforma e allo sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria (ITS), l’accesso all’istruzione universitaria, con nuove borse di studio, e le opportunità per i giovani ricercatori, con l’estensione dei dottorati di ricerca. Investimenti nelle politiche di istruzione e formazione (apprendistato duale).