Le piste da sci non riaprono, il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato in extremis l’ordinanza che prevede la proroga della chiusura fino al 5 marzo. Immediate le proteste delle imprese del settore, che erano pronte a riaprire da lunedì 15 febbraio. Perplessità anche da parte delle Regioni, mentre il ministero fa sapere che le categorie danneggiate saranno risarcite con nuovi indennizzi. Con ogni probabilità, queste misure saranno contenute nel Ristori 5. Vediamo tutto.
=> Nuovo lockdown: la richiesta e le motivazioni
L’ordinanza del ministero del Salute è arrivata domenica 14 febbraio, il giorno dopo la formazione del nuovo Governo Draghi. Le norme precedenti prevedevano la riapertura degli impianti dal 15 febbraio ma il nuovo provvedimento di stop, spiega il ministero, si è reso necessario sulla base «dei più recenti dati epidemiologici comunicati venerdì 12 febbraio dall’Istituto Superiore di Sanità, attestanti che la variante VOC B.1.1.7, detta variante UK e caratterizzata da maggiore trasmissibilità, rappresenta una percentuale media del 17,8% sul numero totale dei contagi». Il ministero sottolinea che analoghe misure sono state prese in Francia e Germania, e assicura che
il Governo si impegna a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori.
Le imprese, prevedibilmente, protestano. «Bloccare l’apertura degli impianti sciistici la sera prima dell’annunciata apertura è un messaggio negativo per il Paese», commenta il presidente di Confturismo Luca Patanè, sottolineando che il settore è sostanzialmente chiuso da un anno, e chiedendo che «ora si volti pagina rimettendo subito il turismo al centro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza». Ancora più urgente, prosegue Patanè, «è completare in tempi rapidissimi il passaggio delle consegne dal Mibact al nuovo Ministero del Turismo per non fermare le assegnazioni di aiuti alle imprese del settore fissate per legge che già sono in ritardo di mesi». Il riferimento è al passaggio previsto dal Governo Draghi, con il settore che esce dalle competenze delle Attività cultuali per confluire in un nuovo dicastero dedicato al “Coordinamento di iniziative nel settore del turismo” affidato a Massimo Garavaglia. Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, rincara la dose sottolineando i «pesantissimi danni per le imprese». Coldiretti aggiunge che lo stop è destinato «ad avere effetti non solo sulle piste ma anche sull’intero indotto delle vacanze in montagna, dall’alloggio alla ristorazione, dagli agriturismi ai rifugi fino alle malghe con la produzione dei pregiati formaggi, che dallo stop al turismo sulla neve hanno subito un calo di fatturato fino al 90%».
Arrivano critiche anche dalle Regioni. «Solo una settimana fa – spiega il presidente della Conferenza Stato Regioni Stefano Bonaccini -, il Cts aveva validato la riapertura di queste attività in zona gialla attraverso linee guida molto stringenti, formulate dalle Regioni in accordo coi gestori e secondo le indicazioni dei tecnici». Analoghe prese di posizione vengono espressa dai presidenti di Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Veneto.
Il ministero della Salute ha sottolineato che ci saranno Ristori per le categorie colpite. Arrivano rassicurazioni in questo senso anche da parte dei ministri dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, e del Turismo, Massimo Garavaglia, secondo i quali «gli indennizzi per la montagna devono avere la priorità assoluta, quando si reca un danno, il danno va indennizzato; già subito nel prossimo decreto».
Ricordiamo molto brevemente che fra i primi provvedimenti attesi da parte del Governo c’è il Ristori 5, che dovrà prevedere nuovi indennizzi per tutti gli operatori economici colpiti dalla crisi. Non è chiaro se la chiusura in extremis delle piste da sci comporterà l’approvazione di un provvedimento specifico su questi ristori, o se invece verranno inseriti nel Ristori 5. I tempi ormai dovrebbero essere relativamente brevi, il Governo chiederà la fiducia alle Camere mercoledì 17 febbraio, e prevedibilmente i nuovi Ristori saranno poi i primi provvedimenti a cui si dedicherà.