L’Agenzia delle Dogane ha predisposto per gli operatori del commercio elettronico un vademecum (e-Commerce: documento di accompagnamento esplicativo dei costi) con le indicazioni per redigere il documento destinato al consumatore finale, con gli oneri e le spese sostenute in dogana (tra i quali, dazi e IVA all’importazione) ed i costi di spedizione addebitati dagli intermediari privati.
Questo, anche a seguito delle segnalazioni pervenute all’authority da parte di consumatori finali per acquisti online extra-Ue.
Ebbene, per quanto riguarda gli scambi commerciali e le transazioni doganali con il Regno Unito, l’ADM ricorda che – in base all’accordi di Brexit applicabile in via provvisoria dal 1° gennaio 2021 – è stabilito il divieto di applicare e riscuotere i dazi doganali relativamente alle importazioni in Italia di merci provenienti dalla Gran Bretagna, salvo disposizione contraria prevista dall’accordo stesso.
Da qui, l’invito ad una maggiore trasparenza e sensibilità nella descrizione analitica delle singole spese addebitate al cliente finale, così da evitare dubbi ed errori di attribuzione.
In particolare, gli operatori e-commerce sono invitati a non utilizzare diciture che non permettano di chiarire quali oneri sono riferiti alle imposizioni tributarie riscosse dall’autorità doganale e quali sono invece spese per i servizi di spedizione, erogati da intermediari privati.
Non solo: è fondamentale distinguere le voci di spesa sostenute per i dazi da quelle per l’IVA o per altri eventuali oneri fiscali, soprattutto per gli scambi extra-UE che, come nel caso UK, sono soggette a regole specifiche.