Il Ristori 5 è fra i provvedimenti da approvare finché il Governo sarà in carica per il disbrigo degli affari correnti ma, rallentato dalla crisi politica, l’ipotesi più probabile è che arrivi in Consiglio dei Ministri i primi di febbraio. Conterrà nuovi contributi a fondo perduto con un diverso requisito di fatturato e nuove tranche di cassa integrazione Covid.
Più complesso il discorso sul fronte pace fiscale, con l’ipotesi di far confluire eventuali nuovi interventi in un decreto a parte dal momento che ad oggi, nonostante lo stop alla riscossione scada il 31 gennai, risulti ancora aperto il dibattito sulle misure agevolative da prevedere. Vediamo tutto.
Ristori
Il Decreto Ristori 5 era atteso per la fine di questa settimana, ma con ogni probabilità ci sarà uno slittamento a inizio febbraio, a causa della crisi di Governo. In base alle anticipazioni, ci sono misure già decise, come la proroga della cassa integrazione (inizialmente si ipotizzavano 26 settimane, alcune per tutte le aziende ed altre per le imprese maggiormente colpite dalla crisi economica legata alle restrizioni anti-Coronavirus), altre su cui i tecnici dell’Esecutivo sono ancora al lavoro.
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- Il piatto forte sarà rappresentato dai nuovi contributi a fondo perduto, ovvero gli indennizzi economici accreditati direttamente sull’IBAN dei beneficiari, spettanti alle attività economiche più colpite dal Covid. E’ certo che il Governo stia lavorando a un nuovo meccanismo per identificare la platea degli aventi diritto e calibrare l’entità delle somme da versare. In linea di massima, sarà presa in considerazione la perdita di fatturato dell’intero 2020. Non è chiaro se ci saranno anche paletti relativi ai codici Ateco (che tuttavia non dovrebbero essere più presi in considerazione).
- Verranno inclusi nel provvedimento anche i Professionisti iscritti agli Ordini, che attendono una qualche forma di indennizzo diretto fin dal Ristori 4.
- La proroga della cassa integrazione prevedrà modifiche rispetto alle norme applicate nell’ultimo anno (ultima, quella inserita in Legge di Bilancio) e un meccanismo più selettivo, basato sulle perdite provocate dalla crisi Covid.
- Atteso anche un prolungamento dello stop ai licenziamenti, che termina a fine marzo. Non si esclude un’opzione in due tempi: prima uno slittamento generalizzato come l’attuale, in seguito una misura più selettiva, solo per le imprese in difficoltà.
Riscossione
Infine, il capitolo fiscale. Sembra sia la parte su cui ci sono meno certezze. Di certo, serve un intervento d’urgenza, legato alla ripresa della riscossione dal primo febbraio. C’è anche l’ipotesi di inserire tali provvedimenti in un provvedimento a parte, separato quindi dal Ristori 5.
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In merito alle misure attese, è possibile una nuova proroga dello stop alla riscossione, ma non si escludono ipotesi diverse. Per esempio, una ripresa graduale delle attività di riscossione e nuove formule di pace fiscale che consentirebbero ai contribuenti di rottamare le cartelle esattoriali. Ci sono diverse ipotesi che emergono: nuova tranche di rottamazione e saldo e stralcio, oppure una nuova forma di rottamazione legata ai danni Covid (in base alla perdita di fatturato 2020). Né si esclude la definitiva eliminazione di alcune imposte, prorogate nel 2020 a causa del Coronavirus.
In ogni caso, i tempi sono ormai molto stretti, pur con l’allungamento determinato dalla crisi di Governo e dal fatto che gli ultimi giorni di questa settimana sono dedicati alle consultazioni al Quirinale.