Il ragionamento parte da un considerazione logica: se è stato necessario prolungare lo stato di emergenza in luglio, quando la diffusione del Coronavirus era più bassa di oggi, a maggior ragione ci sarà un nuovo slittamento della data attualmente prevista, ovvero il 15 ottobre.
In effetti, è molto probabile, per non dire sicuro, che il Governo deciderà di prolungare lo stato di emergenza e che la decisione venga presa nelle prossime settimane, in tempo per l’approvazione entro metà ottobre. Non è solo un formalità: ci sono un lunga serie di attività legate alla gestione dell’emergenza che possono proseguire solo in presenza dello stato di emergenza.
Per quanto riguarda il mondo del lavoro, la conseguenza fondamentale è legata allo smart working. La legge prevede che, fino a quando perdura lo stato di emergenza, sia possibile per le imprese utilizzare lo smart working per i dipendenti in modalità semplificata (quindi, senza accordi individuali).
Non ci sono però anticipazioni sull’estensione della proroga, ovvero non si sa fino a quando sarà prolungato lo stato d’emergenza. Sembra possibile almeno fino al 31 dicembre. Ma non si può escludere nessuna ipotesi.
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La proroga di luglio era stata decisa in una situazione di basso contagio, ora la curva della diffusione del virus si sta lentamente alzando, pur restando migliore che nel resto d’Europa. Un’ipotesi sensata è quella di aspettare i dati sull’impatto della riapertura delle scuole, che inizieranno ad esserci la prossima settimana. Non sembra, invece, che al momento venga considerata l’idea di un nuovo lockdown.
“Il lockdown generale fatto dall’Italia in primavera, è da escludere, ma nessuno ha la sfera di cristallo» dichiara Francesco Boccia, ministro degli Affari regionali. Certo, le Regioni continua a poter stabilire eventuali restrizioni a livello locale, ad esempio sull’obbligo di mascherine anche all’aperto. Ma, almeno per il momento, nessuna sta considerando l’ipotesi di chiusura di attività economiche.