Lo stato di emergenza in relazione al Coronavirus non termina il 31 luglio ma prosegue fino a metà ottobre: il Governo non ha ancora deliberato ma ha espresso questo orientamento, riferito dal premier, Giuseppe Conte, in Senato.
Nel Consiglio dei Ministri del 28 luglio «abbiamo inserito all’ordine del giorno una mera informativa, non abbiamo adottato ancora nessuna decisione per rispetto a questo dibattito che si sta sviluppando – ha spiegato il capo del Governo a Palazzo Madama -, però muovendo dalla necessità di prorogare lo stato di emergenza, dopo aver esaminato nel dettaglio tutte le implicazioni, i pareri acquisiti», anche da parte dell’Avvocatura dello Stato, «è emerso l’indirizzo di limitarne l’estensione temporale al prossimo mese di ottobre».
Il Senato ha poi approvato la mozione della maggioranza che prevede come data ultima per la proroga dello stato di emergenza il 15 ottobre. Il CdM per ufficializzarla è convocato per mercoledì 29 luglio alle ore 20:00.
Conte ha ricordato che lo stato di emergenza per il Coronavirus attualmente in vigore è stato dichiarato lo scorso 31 gennaio, per sei mesi (che scadono a fine luglio). Ora è necessaria una proroga, pur limitata a ottobre (almeno per adesso si ragiona sul breve periodo), perché la cessazione al 31 luglio «determinerebbe l’arresto di tutto il sistema di protezione e di prevenzione costruito in questi difficili mesi nell’interesse della collettività».
In pratica, senza lo stato d’emergenza, cesserebbero di avere effetto ben 38 ordinanze, di cui quattro attualmente al vaglio della Ragioneria generale dello Stato. Conte ne cita alcune:
- allestimento e gestione delle strutture temporanee per l’assistenza alle persone risultate positive;
- impiego del volontariato di protezione civile;
- reclutamento e gestione di task force di personale sanitario a supporto delle strutture regionali e degli istituti penitenziari;
- prosecuzione dell’attività relativa al numero verde 1500 per l’assistenza alla popolazione;
- il pagamento dilazionato delle pensioni presso gli Uffici postali per evitare assembramenti;
- l’attribuzione all’Istituto superiore di sanità della sorveglianza epidemiologica;
- l’attivazione del sistema CROSS, “Centrale operativa remota di soccorso sanitario”, in caso di mancanza di posti letto nei reparti di terapia intensiva per il trasferimento dei pazienti in ospedali situati in altre Regioni;
- il noleggio di navi per la sorveglianza sanitaria dei migranti;
- la funzione di coordinamento attribuita al Capo della Protezione civile;
- le funzioni del Comitato Tecnico scientifico.
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«A questo occorre poi aggiungere che, al 31 luglio sono correlati numerosi termini contenuti in provvedimenti normativi – di rango primario e anche secondario – adottati durante lo stato di emergenza» spiega ancora il premier. Che ha tenuto a precisare come la decisione non sia «riconducibile alla volontà di voler creare una ingiustificata situazione di allarme», ma alle sopra richiamate motivazioni tecniche, sottolineando la volontà di «interloquire con il Parlamento» e «tenere conto delle indicazioni che perverranno dalle Camere».
In termini pratici, molte misure straordinarie previste “fino a fine stato di emergenza” saranno dunque applicabili fino al 15 ottobre. Come ad esempio lo smart working per i dipendenti con figli piccoli.