Sconto fiscale sull’IMU e su tutte le imposte comunali per chi provvede al pagamento tramite domiciliazione bancaria. Lo prevede un emendamento al decreto Rilancio approvato in commissione alla Camera, in base al quale chi paga le tasse locali direttamente dal conto corrente ottiene uno sconto che può arrivare fino al 20% purché ci sia «l’autorizzazione permanente all’addebito diretto del pagamento su conto corrente bancario o postale».
Riguarda tutti gli enti territoriali, quindi i Comuni, Province, Regioni, che però possono decidere se applicare o meno l’agevolazione con apposita delibera.
Lo sconto può arrivare fino al 20% (ma può anche essere inferiore), ed è applicabile a tutti i tributi locali. Quindi, fra gli altri,IMU, TASI, TARI. La condizione è che il contribuente «provveda ad adempiere mediante autorizzazione permanente all’addebito diretto del pagamento su conto corrente bancario o postale».
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Quindi, i Comuni possono deliberare sconti sulle imposte locali fino al 20% per chi addebita le imposte sul conto corrente o postale. Il contribuente, per sapere se l’ente locale di appartenenza aderisce o meno a questa opzione deve consultarne il sito istituzionale e verificare l’eventuale applicazione della relativa delibera.
Attenzione: l’emendamento si riferisce a tutte le entrate tributarie e patrimoniali degli enti locali. La formulazione non sembra escludere i tributi regionali come per esempio l’IRAP, imposta regionale sulle attività produttive, oppure le addizionali IRPEF.
L’emendamento è stato approvato in commissione alla Camera, nell’ambito della legge di conversione del decreto Rilancio. Il testo è atteso nell’aula di Montecitorio entro fine settimana. In ogni caso, i tempi sono stretti: la legge va approvata entro il 18 luglio e manca ancora il passaggio in Senato.
Il testo che uscirà dalla commissione Bilancio sarà quindi con ogni probabilità quello che arriverà in Senato (in aula il governo porrà la fiducia). Ci saranno poi una decina di giorni di tempo per eventuali modifiche da parte di Palazzo Madama, che richiederebbero un nuovo voto definitivo della Camera in seconda lettura.