Il presidente Mattarella ha firmato il decreto con la lista aggiornata delle attività produttive che possono restare in funzione fino al 3 aprile. Il nuovo elenco è frutto dell’intesa raggiunta tra governo e sindacati volto a garantire la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici dal rischio di contagio da Coronavirus, in base al quale circa 200mila imprese dovranno chiudere per il momento.
Dal 29 marzo dovranno dunque restare chiuse le attività non indicate nel nuovo allegato al decreto ministeriale. In entrambi i casi l’apertura per tutti, salvo nuova indicazione, è fissata per il 3 aprile.
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In base alle nuove restrizioni, viene ridotta ad esempio l’attività dei call center o la fabbricazione di carta, macchine per l’agricoltura e industria alimentare.
Le novità sono contenute nell’allegato del decreto ministeriale che corregge e integra il Dpcm del 22 marzo sulle sospensioni dal 26 marzo.
In pratica, vengono rivisti i codici ATECO della lista, nella quale entrano anche nuove voci: fabbricazione di vetro cavo (23.13), di radiatori e caldaie (25.21), di imballaggi leggeri in metallo (25.92), batterie di pile e accumulatori elettrici (27.2).
Esce invece la fabbricazione di spago, corde, funi e reti (codice 13.94) e di articoli in gomma (22.1). La fabbricazione dei prodotti chimici con la sola ammissione dei codici 20.12, 20.51.01, 20.51.02. Stesso discorso per le materie plastiche (esclusi i codici 22.29.01 e 22.29.02).
Per i call center c’è l’esclusione dalla lista delle attività in uscita (outbound) e dei servizi telefonici a carattere ricreativo.
Per le attività che restano aperte chi lavora dovrà essere dotato di dispositivi di protezione individuali e, in tutti i luoghi di lavoro, dovrà essere adottato il Protocollo sulla sicurezza.