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Modello 231 per PMI: cosa è, a cosa serve e come funziona

di Anna Fabi

Pubblicato 22 Maggio 2020
Aggiornato 7 Settembre 2022 13:22

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Ecco come un'impresa, di qualsiasi dimensione, può ridurre il rischio di essere chiamata a rispondere per un reato commesso da un suo dipendente.

Per capire come funziona un modello organizzativo in linea con la disciplina del sistema 231 sulla responsabilità impresa, partiamo dalle basi.

Che cosa è il modello 231?

Il nome si riferisce al decreto legislativo 231 del 2001 relativo alla responsabilità amministrativa degli enti (così vengono genericamente definiti, ma riguarda anche le imprese) per la commissione di una serie di reati da parte delle persone fisiche ad essi legate, che abbiano agito nell’interesse o a vantaggio dell’ente stesso. In pratica si tratta di una legge che disciplina la responsabilità dell’azienda per alcuni reati, citati nella norma, commessi dai propri dipendenti.

Quali sono i reati in questione?

Corruzione, concussione, frode ai danni dello Stato, reati societari come il falso in bilancio; ed ancora, ricettazione, omicidio colposo o gravi lesioni colpose con violazione delle norme antinfortunistiche, terrorismo, delitti contro la personalità individuale (schiavitù), abuso di mercato e falsità nelle comunicazioni sociali.

A seconda del reato, le sanzioni per il dipendente colpevole sono quelle indicate dal codice penale, mentre per l’azienda le possibili sanzioni sono di natura pecuniaria, interdittiva o possono riguardare la revoca di autorizzazioni.

A cosa serve il modello 231?

Il modello 231 viene adottato perché con esso la società può essere dispensata dai reati imputati. Cioè l’impresa che ha sottoscritto il modello di organizzazione, gestione e controllo può invocare l’esclusione o la limitazione della propria responsabilità derivante da uno dei reati sanzionati dalla 231.

Chi può adottare il modello 231?

Tutte le aziende esposte al rischio di contestazione delle violazioni richiamate nella normativa 231, a prescindere dalla loro dimensione e struttura organizzativa. Quindi sì, anche le piccole e medie imprese.

Da precisare che il 231, modello di organizzazione e gestione finalizzato alla prevenzione dei reati da parte dei dipendenti, non è obbligatorio, ma rappresenta una possibilità per le imprese affinché si riduca il rischio di essere chiamati a rispondere per uno dei reati sanzionati dalla 231 medesima. Inoltre, i compiti dell’organo di vigilanza sul corretto funzionamento del Modello Organizzativo nelle imprese di piccola dimensione possono essere svolti direttamente dall’organo dirigente.

Quali obblighi sul Decreto 231 per le PMI?

L’articolo 30 del Testo Unico Sicurezza (Dlgs 81/2008) ha introdotto anche il principio di “procedure semplificate per l’adozione ed efficace attuazione dei modelli di organizzazione e gestione della sicurezza nelle piccole e medie imprese”.
Tradotto, significa che le PMI possono adottare modelli 231 semplificati, idonei a proteggere il patrimonio aziendale dai rischi di un’applicazione, magari del tutto occasionale come può accadere in caso di un infortunio sul lavoro, delle sanzioni della normativa 231. L’importante è non confondere il modello 231 semplificato con un qualsiasi modello standard.

La Prassi UNI/PdR 83:2020Modello semplificato di Organizzazione e Gestione della salute e sicurezza sul lavoro, di cui al D.lgs. 81/2008, per micro e piccole imprese” pubblicata l’8 maggio 2020 fornisce le linee guida per l’adozione ed attuazione del Modello di Organizzazione e Gestione in materia di salute e sicurezza sul lavoro nelle micro e piccole imprese.

 


A cura di Massimo Galanto