Si accendono i riflettori sulla riforma delle aliquote IRPEF, da anni sul tavolo del Governo ma puntualmente rimandata a causa della difficoltà di arrivare ad un imposizione sul reddito delle persone fisiche equa e sostenibile.
Da un lato il dicastero dell’Economia guidato da Roberto Gualtieri, secondo indiscrezioni di stampa, starebbe pensando ad un accorpamento dei primi due scaglioni di reddito (fino ai 15mila e fino a 28mila euro, rispettivamente con aliquote del 23% e del 27%) arrotondando l’aliquota fiscale al 20%.
Dall’altro il CNDCEC ha avanzato la proposta di estendere l’aliquota del 27% fino a 55mila euro di reddito (oggi è al 38%).
=> IRPEF: scaglioni di reddito e aliquote in vigore nel 2020
Quel che è probabile è che per ridurre i costi del taglio del cuneo fiscale il Governo intervenga anche sulle attuali deduzioni e detrazioni IRPEF. In realtà, nella Legge di Bilancio già c’è l’abolizione progressiva delle detrazioni al 19% per i redditi superiori a 120mila euro (eliminate a partire da 240mila euro, con alcune eccezioni).
Nella manovra economica ci sono già le risorse per il taglio del cuneo fiscale 2020 e 2021, che presumibilmente si accompagnerà ad una revisione del sistema IRPEF.
In attesa che il Governo presenti le sue ipotesi di riforma alle parti sociali, i Commercialisti rimarcano la necessità dio un intervento che benefici non soltanto i dipendenti ma in generale tutto il ceto medio. In generale, come ha dichiarato il Presidente del Consiglio Nazionale, Massimo Miani,
è indubbio che una rimodulazione delle aliquote così concepita avrebbe un effetto positivo sul ciclo economico.