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Manovra: ancora novità su IMU, IRES, ACE e IRPEF

di Barbara Weisz

18 Ottobre 2019 12:06

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Deduzione ACE dal 2020, addio MIni-IRES, IMU imprese deducibile dal 2021, detrazioni IRPEF solo per redditi fino a 100mila euro: nuovi dettagli sulle misure fiscali in manovra.

Deducibilità integrale IMU imprese dal 2022, ritorno dell’Aiuto alla Crescita Economica (ACE), smentita sull’obbligo di conto dedicato per le Partite IVA, riduzione delle detrazioni fiscali per i redditi alti: sono le ultime novità sulla Manovra economica 2020 che emergono dalle anticipazioni di Governo, mentre si attende ancora il testo del Ddl di Bilancio e del Decreto Fiscale approvati in CdM, insieme al DPB inviato a Bruxelles.

Da Mini-IRES ad ACE

Oltre al clamoroso dietro front sulla flat tax per le Partite IVA e al ritorno dei paletti per il regime forfettario, anche per le imprese c’è un ritorno al passato: l’ACE, mandata in soffitta per far posto alla mini-IRES (aliquota agevolata sugli utili reinvestiti), prima al 15% (in Manovra), poi con il Decreto Crescita portata al 22,5% per il 2019, con l’obiettivo di ridurla di un punto nel 2020 e via via fino al 20% nel 2022.

Ebbene, addio Mini-IRES e bentornato incentivo alla patrimonializzazione delle aziende, consentendo di portare in deduzione il rendimento degli aumenti di capitale. Bisognerà capire in quali termini, tuttavia, la manovra reintroduce l’agevolazione.

IMU beni strumentali

Sul fronte IMU capannoni, l’anticipazione di un anno della deducibilità totale al 2022 va parzialmente incontro alle richieste del mondo delle imprese, che in realtà vorrebbero anticipare il più possibile la misura, facendola partire già nel 2020. Per il momento sembra fattibile il solo anticipo al 2021.

Conto corrente

Segnaliamo che, per quanto riguarda la stretta sulle Partite IVA, Gualtieri ha dichiarato che non ci sarà il preannunciato obbligo di aprire un conto corrente dedicato all’attività professionale o d’impresa.

Non inseriremo l’obbligo di conto dedicato per evitare in questa fase oneri ulteriori.

Il riferimento è alla nuova riforma del sistema forfettario, che ripristina la determinazione analitica del reddito e prevede nuovi paletti.

Tassazione

Infine, le tax expenditures. Dovevano essere uno dei capitoli “pesanti” della manovra, sul front delle entrate, mentre invece alla fine valgono meno di un miliardo: «il capitolo dedicato alla rimodulazione delle tax expenditures e alle tasse ambientali vale nel Dpb 943 milioni di euro, quindi è stato ulteriormente alleggerito rispetto alle previsioni della Nadef» spiega il ministro dell’Economia.

Ci sono invece rimodulazioni e misure che riguardano i redditi alti: niente detrazioni IRPEF sopra i 100mila euro di reddito, con l’eccezione del mutuo.

Infine, poche le misure sulle pensioni, ma su questo fronte c’è in preparazione una riforma che assicuri «un assetto più equo, flessibile ed equilibrato del sistema» e affronti questioni specifiche, ad esempio lavori gravosi, donne e giovani.