Agevolazioni fiscali su IRES, IMU e IVA, incentivi agli investimenti, misure per l’innovazione anche in chiave Industria 4.0, credito per le imprese (in particolare PMI), semplificazioni, tutela del Made in Italy: sono solo alcuni dei capitoli dello schema di decreto Crescita (qui lo schema di decreto), approvato in Consiglio dei Ministri il 4 aprile e composto da oltre 70 articoli di legge, interamente dedicati allo sviluppo del tessuto imprenditoriale del Paese.
Un provvedimento che in qualche modo integra la manovra finanziaria 2019, introducendo una serie di misure espansive con l’obiettivo di stimolare un’economia in rallentamento, anche tornando indietro rispetto a una serie di decisioni prese proprio in occasione della legge di Bilancio.
Il primo passo indietro riguarda la mini IRES, completamente abrogata e sostituita con un taglio progressivo dell’imposta sul reddito d’impresa. In pratica, vengono abrogati i commi da 28 a 34 della manovra, che prevedevano il taglio di nove punti dell’IRES per sugli utili reinvestiti in beni materiali o in costo del personale. La misura non ha funzionato, anche a causa delle complicazioni attuative, per cui viene sostituita con un nuovo taglio dell’IRES, che riguarda sempre gli utili reinvestiti in azienda, ma senza più paletti relativi alla destinazione. L’aliquota IRES relativa a questa quota di utili scende per il periodo d’imposta 2019 al 22,5% (taglio di un punto e mezzo rispetto al 24%), e si riduce ulteriormente negli anni seguenti, con la seguente progressione: 21,5% nel 2020, 20,5% nel 2021, 20% dal periodo d’imposta 2022.
Contestualmente, torna il superammortamento (che di fatto era stato assorbito dalla mini IRES ora abrogata): aliquota al 130% per acquisto di macchinari nuovi a partire dal primo aprile 2019 fino al 30 giugno 2020.
Altre agevolazioni fiscali
- Deducibilità IMU del reddito d’impresa e di lavoro autonomo incrementata al 50% per il periodo d’imposta 2019 e al 60% dall’anno prossimo (attualmente è al 40%).
- Nuova Sabatini: tetto massimo degli investimenti raddoppiato a 4 milioni, semplificazioni per gli investimenti fino a 100mila euro.
- Credito di imposta ricerca e sviluppo prorogato al triennio 2020-2023.
- Rientro dei cervelli con deducibilità dal reddito al 30%, applicata anche alle imprese.
- Sostegno capitalizzazione.
- Incentivi aggregazione di imprese.
- Patent box più semplice.
- IVA e-commerce agevolata.
- Tempi di pagamento imprese inseriti nel bilancio sociale
- Incentivi per la valorizzazione edilizia.
Si conferma anche la nuova rottamazione per i contribuenti, questa volta dedicata ai tributi locali (IMU, TASI, TARI e via dicendo). saranno gli stessi enti locali a deliberare se applicarla o meno, le regole sono molto simili a quelle della rottamazione ter, con pagamento dell’intera somma originariamente dovuta, senza interessi e sanzioni.
Nel provvedimento trovano posato anche: revisione del sisma bonus e degli incentivi per interventi di efficienza energetica e rischio sismico, l’estensione della definizione agevolata delle entrate regionali e degli enti locali, credito d’imposta per le commissioni sui pagamenti elettronici ai distributori di carburante.
Ci sono altre misure per favorire la digitalizzazione (nuova disciplina per la vendita di beni tramite piattaforme digitali e fatturazione elettronica) e un intero capitolo dedicato al rilancio del Made in Italy.
Al fine di tutelare e promuovere il made in Italy, si prevede l’introduzione di norme per il contrasto all’italian sounding, di incentivi al deposito di brevetti e marchi, del marchio storico di interesse nazionale.
Per i professionisti, si introduce per il regime forfettario l’obbligo di applicare le ritenute alla fonte se si hanno dipendenti e collaboratori, agendo quindi da sostituti d’imposta.
Introdotta anche la possibilità, per gli enti previdenziali privati, di sostenere l’ingresso nelle professioni dei giovani con specifiche agevolazioni.
Sul fronte della finanza per le imprese, segnaliamo una drastica riduzione della quota di PIR da investire nelle PMI che scende dal 10 all’1,4%, con un progressivo aumento negli anni successivi, per tornare al 10% nel 2021. Ulteriori semplificazioni al Fondo di Garanzia PMI, e istituzione di un nuovo Fondo per le medie imprese. Nuove garanzie sui minibond.
Infine, si preannuncia un piano grandi investimenti nelle zone economiche speciali e nelle aree di crisi complessa, in particolare Veneto e Campania.