La scorsa settimana è arrivato il via libera del Parlamento europeo per la direttiva sul copyright dopo un acceso dibattito tra favorevoli e contrari. Lo scontro si è incentrato in particolare su temi come la libertà del web, il futuro della rete, il rischio di censura della stessa, la necessità di tutelare le opere di ingegno e la loro giusta remunerazione. L’ambizioso obiettivo della norma è di andare a bilanciare gli interessi di grandi piattaforme, editori e autori.
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Ora l’accordo deve essere formalmente approvato dal Consiglio dei Ministri UE, per poi entrare in vigore dopo due anni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale UE. In questi due anni di tempo i singoli Stati Membri dovranno recepire la direttiva UE, traducendola in norme efficaci.
Piattaforme online: adempimenti
Intanto però le piattaforme online stanno cercando di capire come muoversi, per rispettare la nuova disciplina sul diritto d’autore. Il ruolo delle piattaforme online su cui possono transitare, eventualmente caricate dagli utenti, anche opere protette da copyright, è infatti piuttosto delicato.
I provider di contenuti, a fronte dell’entrata in vigore della nuova norma sul copyright, diventeranno responsabili delle informazioni memorizzate e dovranno ottenere un’autorizzazione dai titolari dei diritti per poter diffondere al pubblico le loro opere di ingegno, ad esempio stipulando un accordo di licenza. In generale la direttiva fa affidamento sullo spirito di cooperazione tra provider online e titolari dei diritti.
I provider hanno anche il compito di informare gli utenti dei termini e delle condizioni per utilizzare le opere e gli altri materiali forniti, conformemente alle eccezioni o limitazioni al diritto d’autore e ai diritti connessi previste dal diritto dell’Unione Europea.
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Piattaforme online: responsabilità
In assenza di licenza, le piattaforme online si dovranno prendere la responsabilità della violazione, a meno di non poter dimostrare di aver compiuto i massimi sforzi per ottenere un’autorizzazione, o di aver agito tempestivamente per disabilitare l’accesso agli utenti indisciplinati o impedirne l’attività in futuro.
Tuttavia è possibile che venga disposta l’applicazione della norma solo alle aziende di grandi dimensioni, ovvero quelle con almeno 10 milioni di fatturato e comunque con più di tre anni di attività.
Per i nuovi prestatori di servizi di condivisione di contenuti online i cui servizi sono disponibili al pubblico nell’Unione da meno di tre anni e che hanno un fatturato annuo inferiore a 10 milioni di euro è possibile evitare ogni responsabilità se possono dimostrare di aver tentato di sottoscrivere licenze e di aver agito tempestivamente, in seguito alla ricezione di una segnalazione sufficientemente motivata, per disabilitare l’accesso alle opere o ad altri materiali notificati o rimuovere dai loro siti web tali opere o altri materiali.
Anche per i nuovi provider, se il numero medio di visitatori unici mensili supera i 5 milioni, calcolati sulla base del precedente anno civile, si applicano le stesse regole dei grandi provider.