Pensa anche ai papà la Legge di Bilancio 2019: oltre ad avere reso più flessibile la maternità, ha anche alzato da quattro a cinque giorni il congedo obbligatorio per i papà. Significa che i neo-padri dovranno astenersi dal lavoro per almeno cinque giorni nei primi cinque mesi di vita del bambino. Ci sono poi altre misure del pacchetto famiglia inserito nella Legge di Stabilità, fra cui sottolineiamo l’innalzamento a 1500 euro del bonus asilo nido.
Congedo per i papà
=> Legge Bilancio: maternità flessibile dopo la gravidanza
Iniziamo dal congedo per i papà, che come detto passa a cinque giorni. Attenzione, la misura non è strutturale, ma prevista solo per il 2019. Il congedo obbligatorio per i papà, lo ricordiamo, previsto in via sperimentale dalla Riforma del Lavoro del 2012 per tre anni (dal 2013 al 2015) è stato poi via via prorogato e potenziato. Inizialmente era previsto un solo giorno di astensione obbligatoria, che sono poi stati aumentati a due giorni per il 2017 e a 4 giorni per il 2018. Ora, la Legge di Bilancio inserisce un’ulteriore modifica al comma 354 della legge 232/2016, portando l’astensione obbligatoria appunto a cinque giorni per il solo 2019. Le regole per la fruizione restano le stesse, per cui bisogna utilizzare queste cinque giornate di astensione obbligatoria nei primi cinque mesi di vita del bambino, anche in via non continuativa. E’ poi stata prorogata al 2019 anche la possibilità di utilizzare un ulteriore giorno di congedo, che è facoltativo, in alterntiva alla madre. Significa che i due genitori devono mettersi d’accordo, prevedendo che la madre rinunci a un giorno di congedo di maternità obbligatoria in favore del padre.
Bonus asilo
Un’altra novità riguarda il bonus asilo, che per il triennio 2019-2021 è innalzato a 1500 euro (dagli attuali mille euro). Poi, dal 2022, l’importo sarà determinato da un apposito decreto ministeriale da approvare entro il 30 settembre 2021. In ogni caso, il bonus asilo non potrà scendere sotto i mille euro. Quindi, per riassumere, il bonus asilo sale a 1500 euro per gli anni 2019, 2020 e 2021, mentre dal 2022 sarà rideterminato, ma in ogni caso non potrà essere inferiore ai mille euro. Il bonus asilo, lo ricordiamo, è regolamentato dal comma 355 della legge 232/2016, serve a pagare la rette dell’asilo nido pubblico o privato, viene versato in 11 mensilità dall’INPS direttamente al beneficiario. Spetta anche, in ugual misura (quindi, anche in questo caso, salendo a 1500 euro per il triennio 2019-2021), ai genitori di bambini sotto i tre anni affetti da gravi patologie croniche, per pagare forme di assistenza domiciliare.
Carta famiglia
Viene potenziata la Carta famiglia, con l’allargamento della platea a nuclei con almeno tre figli fino a 26 anni (non più 18 anni). Infine, c’è in manovra un lungo capitolo dedicato al Fondo per le politiche della famiglia, che verrà utilizzato per finanziare Osservatorio nazionale sulla famiglia, Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, l’elaborazione di un Piano nazionale per la famiglia, interventi volti a valorizzare il ruolo dei consultori familiari e dei centri per la famiglia, interventi volti alla prevenzione di ogni abuso sessuale nei confronti dei minori e al contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, nonché progetti volti ad assicurare adeguati percorsi di sostegno, anche di natura economica, ai minori orfani per crimini domestici e alle loro famiglie, affidatarie o adottive, progetti finalizzati alla protezione e alla presa in carico dei minori vittime di violenza assistita, interventi a tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, per il sostegno dei genitori separati e divorziati, per la diffusione della figura professionale dell’assistente familiare, agevolazioni per le famiglie con almeno tre figli minori, nuove iniziative di conciliazione del tempo di vita e di lavoro e di welfare familiare aziendale, varie tipologie di interventi per famiglie in condizioni di disagio, interventi in materia di adozione e di affidamento.
Tutte le norme citate sono state approvate in commissione Bilancio alla Camera, e di conseguenza al momento fanno parte della manovra economica. Ricordiamo che l’iter della legge non si è però ancora concluso, mancano il passaggio in aula alla camera (prevedibilmente breve), e poi il dibattito in Senato.