Reddito di cittadinanza, bonus e incentivi

di Barbara Weisz

27 Novembre 2018 16:02

logo PMI+ logo PMI+
Reddito di cittadinanza, tra promesse e proposte: dai bonus per datori di lavoro che assumono al sussidio maggiorato per figli e coniugi a carico.

Anche con le eventuali modifiche alla Legge di Bilancio dopo la bocciatura UE, il reddito di cittadinanza mantiene un punto (quasi) fermo: l’importo da 780 euro al mese. Secondo alcune dichiarazioni alla stampa di esponenti Cinque Stelle, in seno al partito si vorrebbe concedere un assegno maggiorato (156 euro in più) per ogni figlio a carico, raddoppiando il bonus per il coniuge a carico (312 euro). Queste cifre si aggiungerebbero ai 780 euro, che restano la base per il reddito di cittadinanza.

Incrementi

La ventilata possibilità di incrementare il reddito di cittadinanza in presenza di figli -un 20% in più per ogni minore e del 40% per eventuale coniuge a carico – non si accompagna a maggiori dettagli, né cita soglie limite oltre le quali il reddito di cittadinanza, pur in presenza di famiglie numerose, non si può elevare.

Da capire fino a che punto si vogliano fare anticipazioni o propaganda elettorale, visto che i correttivi alla manovra dovranno far risparmiare e non spendere di più. Restano dunque affermazioni da prendere con le pinze.

Penalizzazioni

Quel che è “certo” – sempre che lo permettano gli inevitabili  correttivi alla Legge di Bilancio – è che nelle intenzioni del Governo l’assegno andrebbe a nuclei familiari con ISEE fino a 9.360 euro. Il capitale immobiliare (escludendo la prima casa) dovrebbe poter arrivare a 30mila euro, quello mobiliare a 10mila euro. Ci sarebbe però una penalizzazione per il possesso della prima casa pari a 300 euro (in pratica, chi vive in una casa di proprietà, sottrae 300 euro al reddito di cittadinanza, che quindi può arrivare al massimo a 470 euro).

Impegni

Restano confermate anche le altre caratteristiche già annunciate: almeno otto ore al mese di lavori socialmente utili, partecipazione a corsi di formazione, patto di servizio presso i centri per l’impiego, immediata disponibilità al lavoro con obbligo di accettare almeno una di tre offerte congrue ricevute, durata massimo dell’assegno pari a tre anni (tagliando dopo i primi 18 mesi con verifica requisiti).

Incentivi imprese

Tra le varie ipotesi, forse più concrete, ci sarebbe quella che offrire incentivi alle imprese per l’assunzione dei percettori del reddito di cittadinanza. Nello specifico, la proposta sarebbe quella del classico sgravio contributivo, ma che invece di attingere alle casse dello Stato preleverebbe una quota parte dell’ammortizzatore sociale: in pratica, tre mensilità di sussidio elevabili a sei in una serie di casi (es.: assunzione di donne).

Allo studio ci sono anche  un bonus formazione al datore di lavoro per ogni assunto ed un bonus al tutor che il centro per l’impiego assegna al disoccupato nel percorso di riqualificazione.