Si arricchisce di nuovi spunti il dibattuto sul reddito di cittadinanza, in attesa di vedere una legge che preveda concretamente la misura. Da una parte la proposta leghista di erogare il sussidio all’azienda che ricolloca il beneficiario, dall’altra le posizione del vicepremier Luigi Di Maio che in linea con il programma del Movimento 5 Stelle (reddito di cittadinanza alla persona), visto anche che è:
già dato mandato di stampare i primi 5/6 milioni di tessere elettroniche, che saranno carte di credito come tutte le altre.
Tutto questo mentre la legge neppure esiste. . La legge di Bilancio, che avrebbe dovuto istituire il reddito di cittadinanza, infatti, ne stanzia solo le risorse (9 miliardi annui a partire dal 2019), prevedendo “appositi interventi normativi” che regolamentino la misura e la facciano entrare in vigore. Che il Governo intende portare a termine entro fine 2018.
Fatta questa premessa, analizziamo le novità relative al dibattito che si sta sviluppando intorno alla misura.
Il sottosegretario alle Infrastrutture, Armando Siri (Lega), ha lanciato la proposta di coinvolgere il mondo produttivo «per evitare che il sussidio si possa tramutare in una misura assistenziale», versando l’assegno non al cittadino bensì «all’azienda che si occuperà di formare e riqualificare il disoccupato».
Sarà poi l’impresa a versare la somma al destinatario, che al termine del periodo di formazione-lavoro, potrà essere assunto dalla stessa impresa o mettersi sul mercato con un bagaglio di competenze aggiornato.
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Luigi Di Maio ha però tagliato corto, dichiarando che sono già in stampa le tessere elettroniche con i 780 euro al mese precaricati, dunque con erogazione del reddito di cittadinanza direttamente all’interessato.
Sarà il più grande investimento in capitale umano che facciamo in Italia.
Il sussidio parametrato all’ISEE e non al reddito personale dovrebbe durare al massimo tre anni, con un momento di verifica dopo i primi 18 mesi. Sarà previsto il percorso di reinserimento lavorativo (l’ipotesi è che il beneficiario debba accettare almeno una di tre proposte di lavoro congrue).Fra i parametri delle proposte di lavoro, la distanza da casa (che secondo le anticipazioni del vicepremier sarà definita per macro-aree).
La tessera elettronica arriverà a casa agli aventi diritto, selezionati direttamente (senza domanda),
in base alla compilazione di una scheda su un apposito portale al quale si accederà con l’identità digitale.