La quota 100 sarà regolamentata da una decreto legge che il Governo approverà subito dopo la fine dell’iter della Legge di Bilancio, quindi entro fine anno: parola del vicepremier, Luigi Di Maio, il quale ha assicurato le stesse tempistiche anche per il reddito di cittadinanza.
Guardando le simulazioni che stiamo facendo al ministero penso che marzo sarà il mese in cui partirà il reddito di cittadinanza e un mese prima partirà ‘quota 100‘. Comunque nei primi tre mesi partono entrambe le misure.
Dunque, se queste tempistiche saranno confermate, la quota 100 dovrebbe partire nel prossimo mese di febbraio. Le precisazioni del ministero del Lavoro e dello Sviluppo economico arrivano dopo che, rispondendo ai rilievi della Commissione Ue, l’Italia ha aggiornato il Documento programmatico di bilancio (Dpb), indicando che reddito di cittadinanza e novità pensioni saranno da definire con legge collegata.
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Nel caso in cui l’esecutivo scegliesse la strada del ddl i temi si allungherebbero notevolmente (sarebbe necessario l’iter parlamentare), mentre il decreto è uno strumento che va incontro alla necessità di tempi stretti, entrando in vigore con la sola approvazione dell’esecutivo (nei successivi 60 giorni è necessario che il Parlamento approvi la legge di conversione). In realtà, ci sarebbe anche la strada degli emendamenti alla manovra, che evidentemente è stata esclusa.
La quota 100, lo ricordiamo, consentirà di andare in pensione nel 2019 a coloro che hanno almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi.
Le misure di riforma pensioni in preparazione (previste all’interno dello stesso provvedimento che conterrà la quota 100 sono:
- la pensione di cittadinanza (a 780 euro),
- il taglio delle pensioni d’oro (sopra 4500 eur0),
- la proroga dell’Opzione Donna,
- APe Socialeper alcune categorie di attuali aventi diritto.
Non si esclude una nona salvaguardia esodati e ci sono ipotesi sul blocco parziale dello scatto di innalzamento dell’età pensionabile, dovuto all’adeguamento alle aspettative di vita e previsto per il 2019, escludendo i 5 mesi di maggiorazione per le pensioni anticipate (resterebbero a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne): un primo passo verso la pensione anticipata con 41 anni di contributi, che fa parte del programma di Governo ma che non è prevista nel 2019.