Tratto dallo speciale:

Manovra: ecco il testo per le Camere

di Anna Fabi

31 Ottobre 2018 21:45

logo PMI+ logo PMI+
Firmato dal Capo dello Stato il testo della manovra 2019, su cui pende la spada di Damocle del giudizio UE: intanto, dal testo del ddl sparisce il taglio alle pensioni d'oro.

Sono diverse le novità che emergono dal testo del disegno di legge di bilancio, bollinato dalla Ragioneria dello Stato,  firmato in serata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Approderà in Aula alla Camera tra il 29 ed il 30 novembre, come stabilito dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Tra le principali dei 108 articoli di cui è composta la manovra, sparisce il taglio alle pensioni d’oro, ma potrebbe rientrare tramite emendamento durante la discussione parlamentare. Non compare neanche l’articolo dedicato al fondo da 100 milioni per le famiglie, il cui stanziamento dovrebbe però essere essere inserito tra i rifinanziamenti.

=> Legge di Bilancio: il testo del ddl firmato da Mattarella

Come anticipato,  alla riforma delle pensioni e al reddito di cittadinanza non si dà immediata attuazione ma ci si si limita a prevedere due fondi: le regole dettagliate per l’entrata in vigore dei due cavalli di battaglia del governo Lega e 5 Stelle saranno indicate in altrettanti disegni di legge collegati, che rispetteranno le coperture indicate in manovra. Eventuali “avanzi” potranno dedicati ad altri obiettivi, non ultimo il contenimento di quel deficit che tanto mina la stabilità della manovra stessa.

Come noto, infatti, la UE non ha soltanto bocciato il documento programmatico relativo alla legge di bilancio italiana, ma ha anche imposto entro pochi giorni una serie di chiarimenti, a pena procedura d’infrazione del patto di stabilità. Una situazione non soltanto del tutto inedita nella storia dell’Unione Europea ma che comporta il rischio paradossale di far discutere al nostro Parlamento un ddl completamente diverso da quello che a conti fatti potrebbe essere inviato a Bruxelles. Sempre che l’esecutivo non voglia invece ostinarsi in una masochistica negazione della realtà: l’economia italiana, come registrato dall’ISTAT, è in chiara stagnazione; le stime di crescita del governo italiano non sono supportate da alcun evidenza; al contrario, le misure previste sembrano disperdere le poche risorse in un ambizioso tentativo di centrare promesse elettorali la cui realizzazione, tuttavia, potrebbe portare l’economia del Paese al collasso.