Anticorruzione: Daspo, confisca e indagini d’ufficio

di Anna Fabi

Pubblicato 7 Settembre 2018
Aggiornato 8 Settembre 2018 19:00

logo PMI+ logo PMI+
Ddl anticorruzione: inasprimento delle pene, Daspo e interdizione per i tangentisti, potenziamento degli strumenti di indagine, confisca dei beni senza sconti.

Nuovi reati, Daspo per i condannati, agenti sotto copertura per le indagini, introduzione della figura dei pentiti: sono i punti fondamentali del Ddl anticorruzione approvato dal Consiglio dei Ministri del 6 settembre per poi passare all’esame del Parlamento.

Una norma (ribattezzata #SpazzaCorrotti) che modifica la responsabilità amministrativa, potenzia la prevenzione e gli strumenti di indagine, modifica le pene. Il premier Giuseppe Conte inquadra il provvedimento nell’ambito delle «riforme strutturali che servono al Paese», per potenziarne la competitività.

Fra i provvedimenti più importanti c’è anche l’inasprimento delle pene per chi commette reati di corruzione per l’esercizio della funzione: il minimo passa da uno a tre anni, il massimo da sei a otto anni.

Il Daspo, (acronimo di Divieto di accedere alle manifestazione sportive) previsto per la violenza negli stadi, viene esteso anche alla corruzione, impedendo ai condannati di stipulare contratti di appalto con la pubblica amministrazione (PA): l’interdizione dura da 5 a 7 anni per condanne fino a due anni, mentre diventa a vita nel caso in cui la condanna sia superiore.

Prevista anche l’interdizione dai pubblici uffici.

Anche se interviene una riabilitazione, il Daspo non è revocabile per almeno 12 mesi (dopo la fine della pena e della riabilitazione).

Giro di vite anche sul fronte della confisca dei beni, che resta valida anche se intervengono amnistie o prescrizioni oltre il primo grado

Sul fronte delle indagini, sono due le novità più rilevanti: la possibilità di utilizzare agenti sotto copertura e l’introduzione di una figura simile a quella del pentito per reati di mafia, ovvero sconti di pena o addirittura una clausola di impunibilità per chi collabora con la giustizia.

I pentiti che confessati reati non ancora oggetto di indagine, commessi negli ultimi sei mesi o restituendo nello stesso arco di tempo quanto ottenuto tramite un atto di corruzione, sarà oggetto di agevolazioni (sconti di pena e clausole di non punibilità).

Di contro, per le gravi appropriazioni, si potrà subire indagine d’ufficio senza che serva la denuncia della vittima.

Attenzione: le indagini d’ufficio anche nella corruzione fra privati o per istigazione.

Infine, per quanto concerne i millantatori, le slide di Governo sul decreto parlano di una legge unica per punire chi vende “influenze”, vere o inventate. Il millantato credito viene quindi assorbito dal reato di traffico illecito di influenze.

In attesa dell pubblicazione del testo del decreto, non è possibile entrare troppo nel dettaglio rispetto a quanto indicato nella presentazione ufficiale del provvedimento.