Prende corpo il piano di Pace fiscale 2019: distanziandosi dagli annunci pre-ferie estive di Salvini, che indicavano nel condono tombale dei debiti fino a 100mila euro la soluzione ottimale per fare cassa aiutando i cittadini in difficoltà, la nuova proposta che la Lega ha consegnato al Ministro dell’Economia, Giovanni Tria, prevede un intervento più strutturato sulle cartelle esattoriali, così da non ricalcare la via della sanatoria 2002 del Governo Berlusconi bis.
Dunque, più che altro sarà una rottamazione ter. Come? Utilizzando gli strumenti deflattivi del contenzioso tributario già esistenti e potenziando il ravvedimento operoso.
La pace fiscale 2019 sarà dunque una nuova misura di riduzione di imposte dovute e relative sanzioni e interessi a carico di privati e imprese che hanno pendenze con l’Agenzia delle Entrate Riscossione (AeR, ex Equitalia).
Il nuovo piano di pace fiscale prevede dunque tre fasi e che coinvolgono cartelle esattoriali, accertamenti fiscali in corso o liti potenziali, le liti tributarie nei tre gradi di giudizio. Le tre fasi indicano i tre livelli di operatività:
- fase di pre-accertamento: si regolarizza versando tramite ravvedimento operoso il 15% sulla parte incrementale delle imposte dirette dovute e saldando l’IVA;
- fase di accertamento: nei processi verbali di constatazione della Guardia di Finanza e negli avvisi di accertamento ci si mette in regola utilizzando l’accertamento con adesione, pagando quindi il debito ma senza cancellando sanzioni e interessi di mora;
- fase del contenzioso tributario: non si pagano sanzioni e interessi di mora e si concorda uno sconto forfettario sulle somme dovute in base al parere del giudice.
In tutti e tre questi livelli, dunque la pace fiscale garantirà riduzioni di debito basati su:
- capacità economica del debitore;
- importo della lite / pendenza e probabilità di chiusura del contenzioso.