Redditometro, Spesometro, split payment: tre strumenti da abrogare, in base al programma di Governo, ma non tutti subito. Il Decreto Dignità che il Governo si prepara a presentare potrebbe non contenere, come sembrava in un primo momento, tutte e tre le misure di semplificazioni annunciate.
Lo split payment resterebbe, in cambio l’Esecutivo sta mettendo a punto misure per favorire il recupero dei crediti IVA. La rinuncia alla scissione dei pagamenti nei confronti della pubblica amministrazione sarebbe troppo costosa, perché in Bilancio 2018 vale 1,5 mld di euro. Quindi, l’IVA continuerà ad essere pagata direttamente dall’ente pubblico al Fisco.
Il ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, aveva ipotizzato – rivolgendosi al presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella – l’intenzione di abolire lo split payment partendo dai liberi professionisti attraverso un provvedimento di semplificazioni (il decreto Dignità) nel quale non è più così certo che rientri questa misura.
Come detto, però, il Governo pensa in ogni caso a misure per mitigare l’impatto negativo dello split payment sulle Partite IVA, con misure per favorire il recupero dei crediti e accelerare i tempi di rimborso.
Anche lo Spesometro, per il momento, sembra destinato a non rientrare nel provvedimento. Si tratta di uno strumento comunque destinato ad essere superato in tempi brevi. La Legge di Bilancio 2018 prevede che si continui a utilizzarlo fino a quando non entrerà in vigore la fatturazione elettronica obbligatoria per tutti, quindi nel 2019. Anticiparne la scadenza significherebbe rinunciare almeno in parte al gettito atteso in Bilancio (2,6 mld di euro nel 2018).
Dunque, l’unica certezza è che nel decreto Dignità ci sarà l’eliminazione del Redditometro: strumento preventivo molto rigido e per questo di fatto quasi mai utilizzato, farà dunque la fine degli Studi di Settore, già in via di sostituzione con gli Indici di Affidabilità fiscale (ISA) e la cui abrogazione definitiva potrebbe confluire nel Decreto Dignità).
Nel Decreto Dignità confluiranno infine novità in materia di lavoro (stretta ai contratti a termine e abrogazione della somministrazione a tempo indeterminato) e impresa (misure antidelocalizzazione).