Contenuti più protetti (con una sorta di link tax sul copyright digitale) e maggiore libertà della rete: è partito l’iter che porterà alla modifica alla direttiva sul Digital Single Market e che al momento ha ricevuto il primo via libera dal parlamento di Strasburgo.
Sono diverse le misure controverse, a partire dalla già ribattezzata tassa sui link che richiede alle piattaforme web (come Facebook e Google) una licenza per postare link ad articoli e notizie per limitare l’abuso da parte degli aggregatori.
C’è poi la previsione di filtri che blocchino sulle grandi piattaforme contenuti audiovisivi (parzialmente o totalmente) protetti da diritti. E una stretta su tutti i contenuti protetti, che non si potranno postare (su Instagram o YouTube ad esempio) senza pagare i diritti.
Con la novità giurisprudenziale per cui la responsabilità, oltre che sull’autore della violazione (quindi, colui che scarica ad esempio l”immagine o posta la foto protetta dai diritti), ricade anche sulla piattaforma digitale.
Inutile dire che il dibattito è acceso.
In generale l’ipotesi di proteggere i contenuti è ben vista dagli editori mentre, sull’altro fronte, colossi hi-tech e associazioni per il free internet ritengono le regole eccessivamente restrittive.
Sul fronte politico, Julia Reda, eurodeputata tedesca dei Verdi, considera «inaccettabili» le restrizioni profilate: «la gente avrà problemi nel fare cose quotidiane come discutere le notizie ed esprimersi online. Sigillare la nostra libertà di partecipazione per servire gli interessi di grossi gruppi è intollerabile».
C’è anche un appello al presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani, di una settantina di ricercatori e studiosi, tra cui Tim Berners-Lee (fondatore del web), Vint Cerf (fra i padri di Internet), Jimmy Wales (Wikipedia), Brester Kahle (Internet Archive), Tim Wu (Columbia University), contro l’articolo 13 (i filtri per bloccare i contenuti):
Richiedendo alle piattaforme Internet di eseguire un filtro automatico su tutti i contenuti caricati dai loro utenti – di legge -, l’articolo 13 fa un passo in avanti senza precedenti verso la trasformazione di Internet da una piattaforma aperta alla condivisione e innovazione a uno strumento per la sorveglianza automatizzata e il controllo degli utenti.