Anche questa volta, alla scadenza fissata del 30 giugno, il SISTRI non partirà . Il Decreto Legge Sviluppo ne ha determinato la sospensione, a dispetto delle imprese che da due anni pagano il relativo contributo e di quelle che aspettavano il debutto di un valido strumento di gestione rifiuti, nonché un deterrente per la criminalità .
Infiniti rinvii – fino all'ultima sospensione, dopo l’ultima (?) proroga concessa dal Decreto Milleproroghe, che aveva fatto slittare la data di entrata in vigore a regime al 30 giugno 2012.
Ma neanche questa sarà la volta decisiva: l’ennesima imbarazzante posticipazione forse sarà l’ultima. Di fatto, già si parla di un nuovo progetto visto lo stop fino a giugno 2013.
Per la verità il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ha lavorato affinché il SISTRI entrasse in funzione entro la data stabilita dopo il via libera di Selex Service Management (la società che ha realizzato il sistema), a margine dei test senza anomalie riscontrate.
Ironia della sorte, il sistema di tracciabilità dei rifiuti si è anche aggiudicato il premio Innovation Awards 2012 nella sezione “Most society impacting network of the year”. Curioso come un sistema fallimentare venga considerato da Cisco, colosso dell’Informatica, l'innovazione più importante del 2012.
Insomma, l’evidenza pratica che il sistema non funziona correttamente e i dubbi persistenti sulla gara di assegnazione alla Selex (oggetto di inchiesta da parte della Procura di Napoli) ha fatto pendere l’ago della bilancia verso la sospensione del SISTRI: la quasi totalità del mondo industriale era da tempo favorevole alla sua cancellazione, preoccupare che proprio il SISTRI fosse lo strumento cui il Governo e le istituzioni sembravano puntare maggiormente.
Attualmente non è dato sapere al 100% se il SISTRI entrerà mai in vigore a regime o se sarà riveduto e corretto lasciando spazio ad un nuovo progetto: certo questo fallimento è veramente imbarazzante, senza contare i costi che le imprese sono state chiamate a sostenere e l'enorme spesa pubblica che in periodi di spending review non è da sottovalutare.
Che ne sarà delle contributi SISTRI anticipati dagli imprenditori per la quota di iscrizione e per l’apparecchiatura? E vogliamo parlare dei costi invisibili quali le numerose ore sprecate a cercare di accedere ad un sistema inaccessibile o al cattivo funzionamento delle USB? Ipotizzando che il SISTRI non dovesse davvero mai partite, come saranno rimborsate le imprese italiane?