Azienda in perdita? In arrivo aumento delle tasse. Ossia, la beffa oltre al danno. E’ quanto ha stabilito un emendamento alla manovra finanziaria bis che tenta di dirottare nelle casse del Fisco oltre 700 milioni di euro.
Nel mirino tutte quelle società che presentano sistematicamente un bilancio in rosso le quali, adesso, saranno considerate alla stessa maniera di società di comodo.
In pratica le società che presentano per tre anni consecutivi una perdita fiscale saranno considerate non operative e, pertanto, equiparabili alle società di comodo. Ciò vuol dire che per loro sarà prevista una tassazione IRES al 38% piuttosto del 27,50% attuale.
Tuttavia, c’è una netta differenza tra società di comodo e società che, a causa della crisi o di altri fattori non dipendenti dalla volontà dei soci, presentano un bilancio in perdita.
Le prime sono società create per dare in godimento a soci o familiari dell’imprenditore beni aziendali a prezzi inferiori al valore di mercato. Le seconde, invece, sono società con scopo di lucro ma che, a causa delle avverse condizioni del mercato, stentano sistematicamente a decollare. Entrambe le società , ancorché differenti, presentano bilanci in rosso. Ebbene, per il Fisco società di comodo e società in perdita sistematica sono uguali.
Una considerazione, questa, piuttosto eccessiva e poco versatile poiché, in questo modo, si fa di tutta l’erba un fascio. Non si vuole, adesso, sostenere che le perdite di tutte le aziende in rosso siano legittime ma si vuole rinforzare il principio che le perdite di molte imprese non sono artificiosamente create per scopi illeciti. E questa manovra finanziaria, così strutturata, andrebbe pesantemente a colpire quelle aziende che, loro malgrado, nonostante i numerosi sforzi dell'imprenditore non riescono mettere in attivo i propri conti.
Per quanto riguarda, invece, l'uso privato di beni aziendali si tratta, come già accennato, di beni di proprietà dell'azienda affidati in godimento ai soci o ai parenti. Si tratta prevalentemente di auto, barche e appartamenti. In pratica, la differenza tra il valore di mercato del bene concesso in godimento e il corrispettivo annuo da questi riconosciuto all'impresa concorrerà alla formazione del reddito della persona fisica.