Molti imprenditori ne sono convinti: la faccenda del federalismo fiscale inciderà negativamente sulle imprese italiane.
Nello specifico è il decreto sull’autonomia fiscale degli enti locali che preoccupa soprattutto i manager del Sud, poiché punta a cancellare i trasferimenti a Comuni e Provincie per trasformarli in tasse locali. Si assiste così ad una fiscalizzazione ossia una trasformazione dei trasferimenti statali in tasse locali. E poiché i trasferimenti erano prevalentemente diretti a Sud se ne deduce che tali Regioni saranno quelle maggiormente penalizzate.
Lecito, quindi, paventare un aumento delle imposte.
Lo stesso Ifel, l’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale, nelle scorse settimane si è interrogato su tre punti critici strettamente legati al federalismo fiscale:
- fabbisogni e costi standard;
- entrate;
- fondo perequativo.
L’IMU (Imposta Municipale Unica) dovrebbe inglobare tutte le imposte che gravano sugli immobili, ad eccezione dell’abitazione principale. Con questa nuova imposta viene attribuita ai Comuni la potestà di intervenire su aliquote, base imponibile e detrazioni. Si procederà , forse, nel breve a contrastare l'evasione immobiliare e a fare emergere le case fantasma? E vogliamo parlare, poi, della lotta agli affitti non dichiarati?
Il rischio è elevato e concreto. Già negli ultimi anni, complice l’abolizione dell’ICI sulla prima casa, molti comuni hanno ritoccato le aliquote. Alla ripresa del ciclo produttivo di settembre gli imprenditori, con un’elevata probabilità , potrebbero avere una spiacevole sorpresa: il decreto, infatti, dovrebbe arrivare prima della pausa estiva.