L’Autorità Garante per la privacy ha colpito ancora, e stavolta il richiamo è stato indirizzato ai gestori di servizi telefonici e informatici.
Con una serie di provvedimenti è stata infatti imposta la cancellazione di informazioni relative alla navigazione internet degli utenti, oltre a richiedere l’adozione di specifiche e adeguate misure per la sicurezza dei dati personali trattati.
Nel mirino Telecom, Vodafone, H3G e Wind, quest’ultima solo per i problemi di sicurezza. Cosa c’entra questo con le piccole e medie imprese? C’entra: più volte abbiamo parlato di quanto le problematiche relative alla privacy fossero fondamentali per la buona riuscita di una attività imprenditoriale.
Quanto successo ci fa capire come non sia mai il caso di prendere sottogamba la riservatezza dei dati dei propri clienti. E forse, chissà , anche dei nostri dipendenti.
Capiamone di più. Un componente del Garante ha spiegato e commentato in questo modo le decisioni prese:
Questi provvedimenti affermano un principio innovativo e importante: va tutelata la riservatezza anche della navigazione in Internet e dell’uso dei motori di ricerca. I gestori telefonici non possono dunque conservare questi dati, nemmeno per ragioni di giustizia. Entro due mesi queste informazioni dovranno ora scomparire. Viene in questo modo riaffermata l’estrema delicatezza delle visite e delle ricerche in Internet.
Come spiega esaurientemente la normativa in materia di tutela dei dati personali, i gestori possono raccogliere solo informazioni necessarie alla fornitura e fatturazione dei servizi di connessione, senza includere nessun elemento che in qualche modo possa permettere di determinare il contenuto della comunicazione.
Se così non fosse sarebbe possibile accedere o quanto meno ricostruire aspetti della vita privata dell’utente, quali i classici tabù della privacy: convinzioni religiose, orientamenti politici, abitudini sessuali e stato di salute.
Ad esempio, il salvataggio delle parole utilizzate nei motori di ricerca, oppure degli indirizzi IP dei siti visitati o a cui si è accesso tramite altra pagina possono facilmente permettere di ricostruire il contenuto della navigazione del cliente ledendo i suoi diritti.
Il provvedimento in questione scaturisce da indagini effettuate dal Garante per verificare l’applicazione delle prescrizioni del Dicembre 2005 emanate dalla stessa Autorità in tema di intercettazioni.
Esaminando in dettaglio le contestazioni mosse contro i singoli gestori si riscontra una comune mancata tutela dei principi della privacy relativamente ai servizi di accesso alla rete mobile con tecnologia cellulare ovvero da una lacunosa gestione dei privacy-rights in tecnologia mobile.
Considerando l’importanza che sul mercato rivesto i gestori in questione, si è di fronte a un fenomeno di larga scala e non solo di nicchia.