Leggere la posta elettronica dei dipendenti è legittimo?

di Marco Mattioli

Pubblicato 16 Gennaio 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:45

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La lettura da parte di un datore di lavoro, in determinate condizioni, dei messaggi aziendali di posta elettronica di un dipendente è frutto da diverso tempo di accesi dibattiti, sia in ambiti privati che pubblici. Al di là  di qualsiasi parola, credo valgano i fatti.

Di recente, la Corte di Cassazione ha emesso una sentenza (n. 47096 dell’11/12/2007), che ci invita a riflettere nuovamente. Secondo quest’ultima, il datore di lavoro può lecitamente accedere alla corrispondenza informatica aziendale di un dipendente, qualora utilizzi una chiave di accesso di cui disponga regolarmente.

Occorre tra l’altro osservare come sia stata emessa in relazione ad una presunta violazione dell’articolo 616 del codice penale da parte di un datore che fu denunciato da una lavoratrice per avere appunto preso visione del contenuto della sua corrispondenza elettronica.

Pare infatti che possa essere rilevato un illecito solo nel caso in cui la casella di posta possa considerarsi “chiusa” e che tale non possa essere quella consultabile da parte di coloro che legittimamente dispongano della password di accesso.

Solitamente, infatti, le chiavi di accesso poste a protezione dei computer e della corrispondenza di ciascun dipendente devono essere comunicate, sia pure in busta chiusa, al superiore responsabile del servizio, al quale è permesso di utilizzarle per accedere al computer (anche per semplice assenza temporanea del dipendente).

Può darsi che prossimamente vengano emesse sentenze che vadano a contrastare questa idea; personalmente ritengo che, come sempre, debba prevalere il buon senso da ambo le parti.

I dirigenti dovrebbero quindi entrare negli account di posta dei subalterni solo in casi particolari di necessità  ed urgenza, cercando di rispettare il più possibile le regole della privacy.

I singoli lavoratori dovrebbero invece seguire alcuni criteri operativi, come l’eventuale creazione di identità  personali separate da quelli aziendali (se permessa), per evitare di mischiare in “Posta in arrivo” i messaggi dei diversi account.

E voi cosa ne pensate?.