La riforma costituzionale proposta, che sarà esaminata nel preconsiglio dei Ministri di oggi martedì 19 luglio, riprende sia quella messa a punto un anno fa dallo stesso ministro, che quella approvata il 16 novembre 2005 dal Parlamento ma respinta il 25-26 giugno 2006 da un referendum confermativo.
Mentre l’attuale Camera dei deputati è composta da 630 deputati la bozza presentata prevede una drastica riduzione a 250 componenti .
Per quanto attiene al Senato il cambiamento non è solo quantitativo, scendendo da 325 a 250 membri, ma diventa Senato Federale con elezioni a suffragio universale su base regionale e contestuali alle elezioni locali.
L’elettorato attivo per il Senato passa a 21 anni rispetto ai 25 anni attuali, così come l’elettorato passivo per la Camera passa 21 anni rispetto ai 25 attuali.
Scompare la circoscrizione estero e viene stabilito il principio che l’indennità di onorevoli e senatori sarà «stabilita dalla legge, in misura corrispondente alla loro effettiva partecipazione ai lavori secondo le norme dei rispettivi regolamenti».
Dal Bicameralismo perfetto al Bicameralismo imperfetto
Ma la vera sostanza è l’abbandono del Bicameralismo perfetto, assegnando ai due rami del Parlamento poteri diversi.
Il sistema “perfetto”, previsto dalla Costituzione vigente, è stato voluto dai padri Costituenti dopo il periodo dell’autoritarismo fascista e affida ai due rami parlamentari gli stessi poteri al fine di garanzia un più sicuro funzionamento democratico dell’iter legislativo.
Il sistema “imperfetto” della riforma proposta assegna alla Camera le materie di competenza statale in base ad una risistemazione dell’elenco della materie contenute dall’articolo 117 già riformato nel 2001. Nello specifico si parla ad esempio di politica estera e giustizia, ma anche di reti, comunicazione ed energia che tornano di competenza statale.
Il Senato Federale esaminerà la normativa relativa alla competenza concorrente tra Stato e Regioni. Nello specifico si parla di istruzione, protezione civile, ricerca e valorizzazione dei beni culturali.
Insieme Camera e Senato Federale esamineranno i Ddl costituzionali e quelli sui maggiori poteri regionali.