La manovra cresce fino a toccare i 68 miliardi contro i 40 annunciati in precedenza. Lo ha confermato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti nella conferenza stampa del 6 luglio scorso, nel corso della quale ha dichiarato: «Ci porterà al pareggio di bilancio e sarà legge entro i primi di agosto».
Nel dettaglio, si tratta di due miliardi per quest’anno, sei per il 2012, 20 per il 2013 e 40 per il 2014. Oltre 51 miliardi previsti in decreto a cui ne vanno aggiunti quasi diciassette inseriti nelle legge delega di riforma fiscale.
La firma “con riserva” del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è arrivata dopo due giorni di trattative e di modifiche al testo del decreto legge, richieste dal Quirinale, soprattutto su alcuni aspetti del provvedimento, tra cui i costi della politica e la norma sul cosiddetto lodo Mondadori.
Il Presidente della Repubblica ha dichiarato che non saranno più accettati decreti “omnibus”, con norme estranee al contenuto del provvedimento, ed ha auspicato un confronto serio in Parlamento, che ponga in primo piano la riduzione del debito pubblico insieme al rilancio della crescita economica del Paese.
Tra le misure relative a pubblico impiego e alla PA, il ministro Brunetta ha illustrato nella conferenza stampa del 6 luglio alcuni aspetti previsti dal decreto approvato dal Consiglio dei Ministri il 30 giugno.
In particolare, si prevedono misure di riduzione della spesa per il pubblico impiego, con una proroga dei limiti (con un turn over fissato al 20%) alle assunzioni nelle amministrazioni dello Stato, negli Enti pubblici non economici e nelle Agenzie fiscali, con esclusione dei Corpi di Polizia e dei Vigili del Fuoco. Fino al 2014, inoltre, verrà prorogato il blocco delle retribuzioni e continuerà la lotta all’assenteismo.
Tagli sulle auto blu, con l’obiettivo di ridurne numero e costi (le vetture attualmente in servizio potranno essere utilizzate fino alla loro dismissione o rottamazione e non potranno essere sostituite e non dovranno superare i 1600 cc di cilindrata) e sui costi della politica, con un allineamento dei trattamenti economici agli standard degli altri Paesi europei, e più trasparenza per le società a partecipazione pubblica.
Ma la manovra di Tremonti scontenta un po’ tutti, a partire dagli Enti Locali, in rivolta contro gli ennesimi tagli che pongono Comuni e Province di fronte alla necessità di ridurre i servizi o di aumentare le imposte locali.