Il 5 luglio 2011 si è svolta a Roma una protesta contro l’AGCOM, l’autorità posta a vigilanza delle comunicazioni, e la sua delibera 668/2010 sulla pirateria online e diritto d’autore sul web. La delibera in data 6 luglio 2011 è stata approvata nella forma di schema di regolamento a cui seguirà una consultazione pubblica.
La manifestazione, definita come “Notte della Rete“, ha avuto il risultato di ottenere una “pausa di ripensamento”, rinviando a settembre ogni decisione relativa alla cancellazione automatica dei siti, italiani o stranieri, sospettati di aver violato il diritto d’autore.
La manifestazione ha contestato l’Agcom che, sul modello francese, ha inteso creare una specie di censura del web.
Infatti, qualora l’Agcom trovasse un sito internet contrastante le norme a tutela del diritto d’autore, il provider deve provvedere alla rimozione della violazione entro 48 ore dalla contestazione e, in caso di mancata esecuzione, l’Agcom potrà provvedere al blocco del sito di distribuzione. È implicito l’impossibile intervento anche per il blocco di siti stranieri.
L’intervento amministrativo, definito come “Ammazza-Internet“, invece di quello giudiziario ha riaperto in realtà una questione ben più ampia.
Dalla fine di novembre 2010, sul sito internetcostituzione.it è stata aperta la raccolta di firme per una petizione popolare finalizzata a rendere Internet un diritto costituzionalmente garantito.
Il Prof. Stefano Rodotà ha proposto, nel corso dell’Internet Governance Forum svoltosi a Roma dal 29 al 30 novembre 2011, l’inserimento dell’art. 21 bis nella Carta Costituzionale Italiana: «Tutti hanno eguale diritto di accedere alla Rete Internet, in condizione di parità, con modalità tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale».