Quello del taglio degli incentivi contina infatti ad essere un tema particolarmente “caldo”. La decisione del Governo di chiudere i rubinetti ha scatenato le polemiche, soprattutto da chi ravvede dietro a questa mossa la volontà di spingere l’Italia verso il nucleare.
Gli operatori di settore si sono messi così sul piede di guerra contro il Decreto Rinnovabili, le associazioni sottolineano che a rischio ci sono 15 mila posti di lavoro, più di 150 mila famiglie e oltre 2 mila imprese. Senza considerare che gli italiani hanno più volte espresso la propria benevolenza nei confronti delle rinnovabili, dimostrando di preferire gli investimenti da parte del Governo in quest’ultime piuttosto che nell’energia atomica.
Sos Rinnovabili, la rete formata dalle società del settore, ha presentato nei giorni scorsi un ricorso alla commissione europea con il decreto legislativo del 3 marzo, che «lede il principio di legittimo affidamento nella certezza del diritto», cambiando le regole in corso d’opera, introducendo incertezze sugli iter legislativi, causando un danno alle imprese del settore. Sono circa 1500 le imprese che hanno presentato il ricorso, e rappresentano diverse centinaia di MW installati e investimenti superiori al miliardo di euro.
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