CdM: in Costituzione capacità e meritocrazia

di Lorenzo Gennari

9 Febbraio 2011 16:15

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Nello schema del ddl all'esame dell'ultimo Consiglio dei Ministri ci sono modifiche alla Costituzione che riguardano le carriere degli impieghi pubblici e che valorizzano la capacità e il merito. Novità anche sulla banda larga.

«Capacità e merito entrano per la prima volta nella Costituzione», lo ha dichiarato il Ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, durante la conferenza stampa seguita al Consiglio dei Ministri che ha approvato, tra le altre cose, la riforma dell’art.97 della Costituzione.

«Da adesso in poi – ha sottolineato Brunetta – la capacità e il merito nella Pubblica Amministrazione, oltre al concetto che è lo Stato ad essere al servizio dei cittadini, avranno rango costituzionale».

Il nuovo articolo, infatti, recita: «Le pubbliche funzioni sono al servizio del bene comune. L’esercizio anche indiretto delle pubbliche funzioni è regolato in modo che ne siano assicurate efficienza, efficacia, semplicità e trasparenza»[…].

«Le pubbliche amministrazioni sono organizzate secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione. Nell’ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari. Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso pubblico, salvo i casi stabiliti dalla legge. La carriera dei pubblici impiegati è regolata in modo da valorizzarne la capacità e il merito».

A margine della conferenza stampa al termine del CdM, c’è stato inoltre l’annuncio, da parte del ministro Paolo Romani, dello sblocco di 100 milioni di euro per lo sviluppo della banda larga. «Una goccia nel mare di una innovazione che richiede impegni più consistenti», ha commentato il deputato e capogruppo del Pd in commissione Telecomunicazioni alla Camera, Michele Meta.

«Dopo che il Governo Berlusconi ha dirottato su altri obiettivi ? spiega Meta – gli 800 milioni per la banda larga, e con l’affossamento del Piano Romani di cui non vi è più traccia, i fondi decisi oggi dal Governo per la riduzione del digital divide non sono altro che briciole gentilmente concesse dal ministro Tremonti che non ha mai creduto nella leva dell’innovazione tecnologica per sostenere l’economica italiana».

Secondo gli studi dell’Ocse, il Pil nazionale potrebbe aumentare di +1,5 punti (20-25 miliardi di euro) solo grazie agli investimenti in banda larga. Lo stesso valore di crescita che il Premier Silvio Berlusconi ha indicato come previsione a seguito delle modifiche approvate dall’ultimo CdM.