«Il ministro Mariastella Gelmini accusa i suoi oppositori di saper dire solo no e di voler conservare la vecchia università dei privilegi? Per sfatare questo mito, studenti, dottorandi, precari e ricercatori si stanno unendo per scrivere insieme un’altra riforma dell’università, alternativa rispetto a quella proposta dal governo».
È quanto afferma il Coordinamento universitario Link, spiegando che «la notizia arriva da un documento che sta circolando in questi giorni, intitolato “Appello all’università: costruire l’alternativa”, che vede tra i primi firmatari i maggiori protagonisti delle mobilitazioni di questi mesi»: si tratta dei ricercatori della Rete 29 aprile, i precari del Cpu, i dottorandi dell’Adi, la Flc-Cgil e gli studenti di 14 atenei, i 12 rappresentati da Link (Roma, Torino, Bari, Padova, Siena, Napoli, Salerno, Foggia, Taranto, Trieste, Viterbo e Campobasso) più le realtà indipendenti di Pisa (Sinistra Per) e Cosenza (Ateneo Controverso).
«Insomma – prosegue la nota – quelli che vivono l’università tutti i giorni e che contestano la natura privatizzatrice del ddl Gelmini, che smantellerebbe l’università pubblica italiana, non ci stanno a fare la parte dei conservatori: non possiamo permetterci di cadere nella trappola di chi vorrebbe farci scegliere tra privatizzazione e conservazione, tra la difesa dell’ordine baronale che da sempre contestiamo e l’imposizione di un dominio aziendale altrettanto iniquo».
Questa volta però, alla protesta è seguita la proposta e su Internet è sbocciato un sito in stile wiki, cioè aperto alla collaborazione di tutti. Si chiama “Wikisaperi” e contiene già una bozza di quella che gli estensori hanno ribattezzato “AltraRiforma “.
«Se vogliamo davvero fermare la Gelmini – si legge ancora nel sito – dobbiamo rispondere colpo su colpo e spostare più in alto l’asticella della sfida: all’attacco alla rappresentanza rispondere con nuovi modelli di partecipazione democratica; al taglio del diritto allo studio opporre un nuovo welfare studentesco che sappia garantire a tutti l’accesso al sapere».