Rendere agevoli le inchieste, ma impedire gli abusi. È questo il filo conduttore delle modifiche al cosiddetto ddl intercettazioni che la maggioranza di governo si prepara a presentare. Nel difficile bilanciamento tra diritto e dovere di indagine, tra diritto di cronaca e diritto alla riservatezza, il punto di incontro sembra essere arrivato proprio in queste ultime ore.
I principali punti del ddl che sono stati sottoposti a revisione critica durante il vertice del Pdl di ieri a Palazzo Madama sono sostanzialmente quattro e riguardano: la norma transitoria, il tetto dei 75 giorni, la norma cosiddetta “Anti-Radio Radicale” e la violazione del segreto istruttorio da parte dei pm.
Al vertice hanno partecipato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, il sottosegretario Giacomo Caliendo, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, presidente e vicepresidente del gruppo Pdl al Senato, Niccolò Ghedini, presidente della Consulta del Pdl, Filippo Berselli, presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama, Roberto Centaro, relatore del dl intercettazioni e Piero Longo, senatore del Pdl.
Il testo arriverà martedì pomeriggio di nuovo in Aula a Palazzo Madama per la discussione in parlamento, ma prima di quel momento è in programma un altro appuntamento per definire i punti emendabili e quelli intoccabili. Per quanto riguarda la norma transitoria, sembra che il ddl si applicherà anche ai processi in corso, ma saranno salvi gli atti compiuti fino a quel momento. Il tetto dei 75 giorni invece potrebbe subire proroghe qualora si scoprisse qualcosa di importante per proseguire le indagini, a discrezione del pm (che potrà prolungare l’ascolto di 48 ore in 48 ore). La richiesta dovrà però essere ratificata subito dal Gip collegiale, pena la nullità dell’atto.
I vertici del Pdl hanno inoltre deciso che per ora si potranno fare riprese televisive e radiofoniche di un procedimento penale anche senza il consenso di tutti gli interessati. Sarà il presidente della Corte d’Appello a dover decidere se autorizzarle o meno. Per quanto riguarda invece le punizioni ai Pm che abbiano rilasciato dichiarazioni sul procedimento penale affidatogli o abbiano violato il segreto istruttorio sarà il Capo della Procura a decidere caso per caso nei confronti del passato.
Per le intercettazioni ambientali, infine, si potranno disporre anche se “non ci sarà la certezza che nel luogo che si intende controllare si stia compiendo un reato”. Mentre sembra definitivamente saltato l’emendamento del governo che di fatto avrebbe impedito di intercettare gli 007 e chiunque parli di attività legate ai servizi segreti. Gasparri ha spiegato che questa norma potrebbe diventare oggetto di una legge ad hoc.