Antonio Di Pietro prosegue la sua battaglia contro il ddl intercettazioni ora al Senato per l’approvazione. Lo aveva detto giorni fa, che avrebbe trovato il modo per rendere pubbliche le intercettazioni, magari leggendo in Aula i testi messi a disposizione delle parti e inviati tramite Facebook o email. Prima però, il leader dell’Italia dei Valori vuole tentare la strada del referendum abrogativo.
«È un testo inemendabile che impedisce ai magistrati di lavorare e ai cittadini di essere informati – ha commentato Di Pietro – in un’epoca in cui tutti utilizzano la tecnologia e i delinquenti si sono attrezzati con computer, internet, cellulari – ha aggiunto – è assurdo togliere ai magistrati lo strumento principe delle investigazioni».
Intanto, sempre su iniziativa dell’Idv, il dibattito al Senato verrà trasmesso in streaming audio/video attraverso un apposito spazio all’interno del sito del partito «affinché anche tutti i cittadini possano conoscere nel dettaglio le vergogne nascoste all’interno di questo provvedimento», si legge nella nota dell’ufficio stampa IdV al Senato.
Per Di Pietro, la possibilità di pubblicare riassunti delle intercettazioni telefoniche suona come «una beffa, una soluzione criminogena, un non senso giuridico, logico e lessicale facile da capire anche per uno come me che parla poco l’italiano. Riassumere – spiega l’ex PM – significa dare una interpretazione dell’intercettazione. Non c’e’ niente di peggio per disinformare l’opinione pubblica che fornire un riassunto anche perché non è scritto da nessuna parte quanto deve essere lungo».
La diretta del dibattito può essere comunque seguita sulla webtv del senato oppure tramite satellite (canale 525 della piattaforma sky).