Le tecniche legislative in Italia

di Alfredo Bucciante

Pubblicato 31 Marzo 2010
Aggiornato 26 Gennaio 2023 15:24

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Un quadro generale sullo stato della normazione nel nostro paese e sulle iniziative per migliorarla

Con l’espressione tecniche legislative, o drafting normativo, normalmente si intendono tutti quegli studi che riguardano la redazione delle leggi. Quello delle tecniche legislative è un tema particolare nel campo del diritto, dal momento che investe non un particolare settore, ma tutto il complesso di norme che compongono l’ordinamento, ed è quindi necessariamente trasversale. Allo stesso tempo è un tema vecchio, anche se con una storia frastagliata e poco tracciabile in senso unitario. Dall’antica Grecia all’epoca delle grandi codificazioni dell’Ottocento, tutte le legislazioni si sono trovate sotto osservazione per quanto riguarda la (poca) chiarezza, o sulla quantità eccessiva di norme che la compongono.

L’epoca attuale non è esente da critiche. In particolare, in Italia si assiste ad una generale iperproduzione normativa, che di certo non aiuta il cittadino a districarsi in questa giungla, sebbene in tempi più recenti si è assistito a dei tentativi, con le leggi di semplificazione normativa annuale e alcune codificazioni. È inoltre emblematico, ad esempio, che non sia possibile determinare con certezza il numero delle leggi vigenti in Italia, oscillando questo numero da 50.000 a 300.000. Chiaramente, non mancano poi i problemi legati alla chiarezza dei singoli atti normativi.

Comunque è possibile individuare, negli anni recenti, un più organico approccio al problema, affrontato dal punto di vista scientifico con studi di settore e la redazione di appositi manuali di raccomandazioni per la buona scrittura. In quest’ambito, in Italia, sono state le regioni tra le prime a muoversi, e le stesse Regioni si sono trovate in questi ultimi anni alle prese con la riforma costituzionale del 2001, che ha creato un nuovo rapporto di competenza tra norme, e quindi le ha poste di fronte all’esigenza di rivedere la propria attività normativa.

L’ultimo aspetto, comunque, riguarda prevalentemente quello che si chiama drafting sostanziale, quello cioè che cerca di inquadrare i problemi di architettura complessiva dell’ordinamento. In questo non si discosta molto dal diritto costituzionale. Parallelamente, esiste anche un drafting formale, che riguarda la qualità della normazione ed investe in senso stretto gli elementi legati all’attività redazionale.

Qualsiasi intervento che miri ad una migliore qualità della redazione non può che concentrarsi sui primi aspetti piuttosto che sui secondi, dal momento che in primo luogo sono i più facilmente inquadrabili, e in seconda battuta perché toccare le competenze del legislatore, anche se solo sotto l’aspetto formale, fa entrare in un terreno indubbiamente delicato. Al confine con le tecniche legislative sono l’analisi di fattibilità e di implementazione, che guardano agli effetti concreti della legislazione sulla società, e si distinguono per essere la prima precedente all’entrata in vigore di una legge, la seconda successiva.