In Spagna, per la priva volta e in controtendenza rispetto a quello che sta accadendo nel resto del mondo per casi analoghi, il giudice Raúl García Orejudo del Tribunale di Barcellona ha stabilito che pubblicare link che rimandano ad altri contenuti – anche coperti da copyright – non è illegale.
Esempi simili, ma che hanno avuto esiti completamente differenti, sono il caso “Coolstreaming” in Italia e quello di “The Pirate Bay” in Svezia. Entrambi i siti non avevano alcun contenuto (le partite di calcio nel caso italiano e il software e i file multimediali in quello svedese) residente sui propri server, ma facevano da collettore per la ricerca e la condivisione di link ad altri siti dai quali era quindi possibile il download.
La sentenza spagnola è partita dall’assunto che “il sistema di links costituisce la base stessa di Internet e fin troppe pagine (ad esempio quelle del motore di ricerca Google) fanno ciò che si vuole impedire con questa causa”.
Il Tribunale di Barcellona ha sottolineato quindi che “anche le reti peer to peer, in quanto semplici sistemi per la trasmissione di dati tra privati, non violano alcun diritto protetto dalla legge sulla proprietà intellettuale”.
Il sistema adottato da “El Rincon de Jesus“, il sito oggetto dell’azione legale, è infatti di questo tipo; raccoglie cioè tutti i link a determinati contenuti quali software, film e musica, ma occorre avere un software peer to peer installato sul proprio pc per poter far partire il download che, in ogni caso, avverrebbe da posizioni esterne al sito di ricerca.
Per il quotidiano iberico “Publico”, la sentenza è “storica” perché è la prima del genere ed è una sconfitta per la Sgae, la Siae spagnola, che aveva chiesto l’oscuramento delle pagine web con i link ai file protetti da copyright.