«L?Italia sta diventando una sorta di laboratorio avanzato per la battaglia legale anti Internet». Lo dichiara il responsabile comunicazioni del Partito Democratico, Paolo Gentiloni, all’organo di stampa ufficiale del PD.
«Nel giro di poche settimane abbiamo conquistato l?attenzione del mondo, prima con il decreto Romani e poi con la sentenza di condanna a Google. Per non dire dei ricorrenti tentativi di leggibavaglio di iniziativa parlamentare ? continua Gentiloni -. Un primato antiweb non invidiabile, ma forse neppure stupefacente per un paese che ha fatto di Emanuele Filiberto il suo nuovo eroe eponimo».
L’ex ministro delle comunicazioni fa poi un accostamento: «Più che a un giornale, il web può essere paragonato alla rete postale, o autostradale, o telefonica. E il rapporto tra Google e un video illegale dovrebbe somigliare a quello tra Poste italiane e un pacco bomba oppure tra la società Autostrade e un pirata della strada. Non si tratta qui di difendere a priori Google, il cui strapotere è nel mirino di diverse autorità antitrust».
Insomma, secondo Gentiloni, nuove regole per Internet servono eccome, ma il quadro di riferimento, dal punto di vista del responsabile PD, non può non essere comunitario e gli obiettivi vanno ben chiariti. La ricetta di Gentiloni per risolvere la questione è quella di rendere più rapidi ed efficaci gli interventi per eliminare dalla rete i contenuti criminali che vengono di volta in volta individuati e, al tempo stesso, rielaborare un diritto d?autore che valorizzi la creazione intellettuale al tempo della libertà della rete.