Telemarketing, ancora proroghe e “opt-out”

di Lorenzo Gennari

14 Ottobre 2009 10:00

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La Commissione Affari Costituzionali del Senato ritorna sull'applicazione dei principi per il trattamento dei dati personali connessi all'attività di telemarketing

I dati personali presenti nella banche dati delle società che praticano attività di telemarketing, costituite sulla base di elenchi telefonici pubblici, potranno essere presto utilizzati per la promozione di prodotti o servizi, senza una preventiva richiesta di consenso.

Si tratta della principale conseguenza del DDL presentato alla Camera a firma degli Onorevoli Della Vedova e Gozi che, qualora venisse approvato, darebbe via libera al principio dell'”opt-out“, già sperimentato con esito non sempre felice in altri Paesi.

Con il termine opt-out ci si riferisce al concetto secondo cui il destinatario di una comunicazione commerciale non desiderata ha la possibilità di opporsi ad ulteriori invii per il futuro, attraverso il principio del silenzio-assenso. In pratica occorre necessariamente manifestare la propria volontà negativa ad essere destinatario di quel tipo di comunicazioni poiché il non pronunciarsi in merito equivarrebbe ad acconsentire ad ogni contatto.

In realtà il DDL, assegnato alla Commissione Giustizia non è ancora stato esaminato, eppure il testo presenta diverse analogie con un emendamento del Senatore Malan alla legge di Conversione del d.l. 25 settembre 2009, n. 135, recante disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee. La pratica è stata affidata alla Commissione Affari Costituzionali del Senato ed essendo di prossimo esame, rappresenta un veicolo di rapida attuazione del DDL di Della Vedova e Gozi.

L’emendamento inoltre propone di prorogare ancora la scadenza fissata per il prossimo 31 dicembre per l’utilizzo dei dati contenuti negli elenchi telefonici formati prima del 1° agosto del 2005 per finalità di telemarketing.

Va fatto notare che l’Autorità Garante per il trattamento dei dati personali ha più volte auspicato l’applicazione del principio diametralmente opposto a quello dell’opt-out ovvero quello dell'”opt-in” e cioè che sia l’utente a dover dare consenso preventivo qualora fosse interessato al telemarketing.