La “Dottrina Sarkozy” sul peer to peer è legge. Ieri, l’Assemblea Nazionale ha infatti approvato la cosiddetta “norma dei tre colpi” che oggi ha ricevuto il voto favorevole del Senato. Passata con 296 voti a favore e 233 contari, la norma era stata respinta in prima lettura dalla Camera il 9 aprile scorso, in maniera del tutto inaspettata: il provvedimento, infatti, era stato fermato dai deputati francesi dell’Assemblea con 21 voti contrari e soltanto 15 a favore, all’interno di un’aula semideserta, rispetto ai suoi 577 componenti, pur essendo passata al Senato.
Ma adesso la Legge Hadopi, nota anche come LCI (Loi Création et Internet), ha ricevuto anche la ratifica definitiva da parte del Senato. Il nuovo provvedimento nato con l’obiettivo di combattere il download illegale da internet, il p2p, è considerato uno dei più severi in assoluto poichè prevede l’istituzione di un’Autorità per la protezione dei diritti di internet, l’Hadopi (Haute Autorité pour la Diffusion des ?uvres et la Protection des Droits sur Internet), preposta alle decisioni in materia di pirateria informatica.
Com’è articolata la legge? Essa prevede tre gradi di azione, basati su tre avvertimenti: agli utenti sorpresi per la prima volta a scaricare illegalmente musica, film o videogiochi protetti da copyright, sarà inviata una mail di avvertimento; dopo una seconda violazione, essi riceveranno un’altra mail insieme ad una lettera raccomandata, mentre per la terza volta l’Hadopi provvederebbe a a tagliare l’accesso a internet, per un lasso di tempo variabile da due mesi a un anno.
Accesi i dibattiti che si sono susseguiti sulla legge, accusata anche di non tener conto della raccomandazione comunitaria 2008/2160(INI), che prevede una serie di principi ai quali i paesi membri sono tenuti ad adeguarsi nel caso in cui devono legiferare nel contesto della Rete e dei diritti/doveri ad essa legati. Tra essi: il pieno e sicuro accesso a Internet per tutti, l’impegno a combattere la cibercriminalità e l’attenzione costante alla protezione assoluta e a una maggiore promozione delle libertà fondamentali su Internet.
Il deputato socialista Guy Bono, ha dichiarato che si tratta di «aperta violazione del diritto comunitario» aggiungendo che presto verrà iniziata da parte dell’opposizione francese una richiesta alla Commissione Europea per attivare una Procedura di Infrazione contro il governo francese.
Di opinione opposta il Ministro francese della Cultura, Christine Albanel, che ritiene che non ci sia alcun contrasto fra Parigi e Bruxelles, appellandosi al riferimento contenuto nell’emendamento alla lotta contro “ogni minaccia ai diritti e libertà fondamentali degli internauti”.