«Vuoi che Internet si trasformi in una giungla?». Così esordisce il Commissario europeo responsabile per i Media e la Società dell’informazione, Viviane Reding, che mette in guardia sui possibili rischi cui l’utente di internet si espone, anche a causa dell’utilizzo dei social network. Attraverso il suo blog e tramite un videomessaggio, Viviane Reding espone il proprio punto di vista su come la privacy dei cittadini europei sia messa inconsapevolmente a rischio. E dichiara: «Gli europei devono avere il diritto di controllare come i propri dati personali vengano utilizzati». In particolare, sono stati 3 i temi al centro del messaggio.
Minori e social network
Il primo riguarda la tutela dei minori e dei loro dati. In merito, l’Ue ha già chiesto a Facebook, MySpace e agli altri social network di nascondere di default i profili dei minorenni oltre a renderli inaccessibili ai motori di ricerca, ma secondo il Commissario europeo, si stanno valutando delle regole “ad hoc” .
Behavioural advertisement
Il secondo nodo della questione riguarda il cosiddetto “behavioural advertisement“, ovvero quei sistemi in grado di monitorare le abitudini e i gusti degli utenti durante la navigazione su Internet, orientando quindi l’invio di pubblicità. In proposito, l’Ue ha ricordato che le informazioni personali possono essere utilizzate solo previo consenso. Proprio a causa una violazione di questo tipo, l’Unione Europea ha avviato oggi una procedura di infrazione contro la Gran Bretagna per l’inadeguatezza della sua legislazione, in tema di garanzia di segretezza dei dati personali degli utenti sul web. In particolare, si riferisce al modo in cui i fornitori di servizi internet utilizzano la tecnologia Phorm per inviare agli utenti messaggi pubblicitari, in base ai siti da essi maggiormente visitati.
La Gran Bretagna dovrà quindi modificare la propria legislazione al fine di conformarsi alle regole comunitarie. Se non dovesse farlo, il commissario europeo ha la facoltà di inviare un ultimo avvertimento prima di portare il paese dinanzi alla Corte di Giustizia Europea, che ha il potere di costringere i 27 paesi membri a conformare le proprie leggi a quelle europee.
RFID
L’ultimo avviso riguarda la tecnologia smart chip, chiamata anche RFID, che può inviare segnali radio, ad esempio durante la convalida della tessera magnetica dei mezzi di trasporto. E ribadisce che nessun cittadino europeo può essere “controllato” tramite chip se non opportunamente avvertito.
Il Commissario europeo per le Telecomunicazioni ha inoltre avvertito che l’Ue agirà contro gli Stati membri che non applicheranno le regole europee in merito alla tutela della privacy, che prevedono che l’utente possa dare il proprio consenso prima del trattamento dei propri dati personali.