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Le richieste di autorizzazione all’assunzione devono inoltre essere accompagnate da una tabella analitica che dimostri le cessazioni avvenute nell’anno precedente ed i conseguenti risparmi economici di cui godrà l’Amministrazione interessata. Come è stato autorevolmente evidenziato, nonostante l’intervento legislativo, resteranno ancora a lungo precluse le istanze di coloro, in particolare dei giovani, che aspirano ad entrare per concorso all’interno della Pubblica Amministrazione e diverrà sempre più difficile reperire all’interno delle strutture pubbliche personale con adeguate competenze tecniche per svolgere le posizioni di maggiore responsabilità. Altro punto importante toccato dalla manovra finanziaria è la riforma della contrattazione collettiva pubblica. Come è noto, è prassi consolidata lo slittamento di svariati anni delle tornate contrattuali, a causa della cronica difficoltà dello Stato nell’individuare le risorse da stanziare ai nuovi contratti.
Tale problema, di natura prettamente politico, è stato marginalmente affrontato dalla manovra finanziaria, la quale si è limitata a definire, regolamentandola, la fase conclusiva della contrattazione e relativa alle autorizzazioni governative. Gli accordi di secondo livello dovranno essere trasmessi alla Corte dei conti, alla Ragioneria generale dello Stato e al Dipartimento della funzione pubblica, affinché questi soggetti possano verificare il rispetto dei vincoli finanziari, la consistenza dei fondi stanziati dalle Amministrazioni e l’adozione di adeguati criteri improntati alla premialità e al riconoscimento del merito; è stato incentivato, inoltre, il controllo dell’opinione pubblica, prevedendo la pubblicazione dei testi contrattuali su Internet, ponendo fine, almeno nelle speranze, alla scarsa trasparenza che contraddistingue a volte queste dinamiche negoziali. Le novità più rilevanti interessano dunque la contrattazione e riguardano la quantificazione delle risorse: anche in questo caso si parla di tagli.
I fondi per il finanziamento dei contratti decentrati non potranno superare un ammontare pari al 90% di quello previsto per il 2004; inoltre, un’ampia serie di disposizioni che attribuivano risorse aggiuntive sono state sospese per tutto il 2009 e assai ridotte per il 2010. L’utilizzo delle risorse è subordinato alla definizione di nuovi criteri e modalità che aggancino la retribuzione accessoria alla produttività dei dipendenti, al loro impegno, alle responsabilità assunte. La riforma pare avere una duplice finalità. La prima è quella finanziaria: sotto questo aspetto le disposizioni appaiono efficaci tenuto conto della significativa diminuzione delle risorse a disposizione delle Amministrazioni. La seconda, invece, vuole stimolare la produttività. Su questo fronte i dubbi sono molteplici: le limitate risorse a disposizione, infatti, potrebbero essere distratte per finanziare le progressioni orizzontali già previste e che si imputano sui medesimi fondi, con ulteriore contrazione delle risorse destinate alla retribuzione premiante: si rischia, in altre parole, di impedire il raggiungimento dell’obiettivo perseguito.