In riferimento al primo punto le perplessità non sono tanto dei pazienti ma vertono sulla certezza dei costi. La Commissione, giustamente, pone l’accento che molte sperimentazioni sono state fatte, con l’impiego di risorse comunitarie. Inoltre, con la costituzione dell’European Institute of Innovation and Technology (EIT) quale strumento europeo per lo sviluppo della ricerca applicata con indicazioni di priorità sulla sperimentazione relativa all’ICT, la Commissione intende sviluppare una metodologia per rendere sistemica l’innovazione tecnologica e, quindi anche la telemedicina, per individuare i reali vantaggi della diffusione dei servizi telematici e aumentare l’utilizzo dell’ICT sia in contesti sociali (e-democracy, e-partecipazione, e-learning, ecc.) sia individuali (alfabetizzazione informatica, domotica, ecc.). Entro il 2011 si vuole dare un orientamento per avviare delle analisi comparate e standard nei vari stati. La Commissione inoltre esorta a verificare le esigenze formative sia per il personale medico che per gli eventuali utilizzatori per aumentare anche la sicurezza e le ripercussioni di ordine etico che possono nascere dal comunicare argomenti legati alla salute degli individui e alla protezione dei dati personali. Tali argomenti verranno affrontati in una conferenza ministeriale sulla sanità elettronica prevista per il 2010.
La riservatezza dei dati è alla base dell’azione sulla chiarezza giuridica, individuata come una delle cause di freno allo sviluppo della telemedicina. Le normative dei vari stati sono differenti ed anche le modalità di sovvenzione nelle cure potrebbe causare degli ostacoli. Certamente gli Stati nell’evolversi dei servizi telematici possono essere supportati dalla UE nella revisione degli assetti normativi e amministrativi. Il percorso comunitario prevede nel 2009 la presenza di una piattaforma europea per la condivisione delle informazioni e la pubblicazione di studi sul quadro giuridico, ponendo come scadenza temporale indicativa il 2011 per gli adeguamenti nazionali (il documento ricorda che la telemedicina è anche un servizio della società dell’informazione e come tale rientra nel trattato CE, nell’ambito della direttiva sul commercio elettronico).
Recentemente il Parlamento Europeo (COM 414/2008) ha emanato una proposta di direttiva europea circa i diritti dei pazienti nell’assistenza sanitaria transfrontaliera, inserendovi anche la telemedicina e soffermandosi sulla inderogabilità di assicurare l’interoperabilità degli strumenti sanitari stante i differenti standard utilizzati negli Stati Membri. Tale direttiva, se approvata, consentirebbe di avere cure sanitarie in qualsiasi paese e con certezze giuridiche e a tal fine la teleradiologia potrebbe costituire anche un servizio transfrontaliero che esporta know-how anche verso paesi in via di sviluppo.